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Carenze, Racca: giusti gli appelli di Palù e Cattani a evitare allarmismi

14 Gennaio 2023

Bene hanno fatto il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, e il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, a smentire le notizie di stampa e il tam-tam dei social sulle massicce carenze che tormenterebbero la distribuzione farmaceutica e le farmacie del territorio. Lo dice la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, che condivide apertamente l’invito a evitare allarmismi proveniente da Agenzia del farmaco e associazione degli industriali.

Presidente, nelle ultime settimane, la stampa che va al grande pubblico ha ripetuto spesso il dato dei 3.200 farmaci che in base alle liste dell’Aifa risultano carenti…
Come hanno detto correttamente Palù e Cattani, in realtà i farmaci che mancano a singhiozzo non sono più di 300 e quelli che non hanno alternative terapeutiche una trentina appena. Anche in passato è accaduto che a fronte di semplici indisponibilità temporanee nel circuito distributivo, la stampa lanciasse allarmi sproporzionati rispetto alle reali dimensioni del problema. Di certo è capitato che negli ultimi mesi i clienti chiedessero prodotti dei quali i distributori risultavano sprovvisti, soprattutto quelli legati alle patologie invernali, ma da professionisti del farmaco abbiamo sempre avuto la possibilità di proporre la sostituzione con equivalenti altrettanto validi. Oltre ai generici, poi, ricordo che i farmacisti possono anche ricorrere all’alternativa della preparazione galenica: so di colleghi che lo stanno facendo con riscontri più che positivi da parte dei loro pazienti.

Sul problema, il ministero della Salute ha aperto con la filiera un tavolo che dopo l’insediamento si riunirà il 18 gennaio…
Ogni occasione di confronto e discussione è sempre benvenuta. Ricordo però che un tavolo sulle indisponibilità esiste già da sette anni, ed è quello istituito dall’Aifa cui partecipano tutte le sigle della filiera e alcune Regioni. Negli anni passati ha raggiunto risultati importanti, per esempio riguardo al fenomeno dell’export parallelo che prosperava sui differenziali di prezzo tra noi e i nostri vicini.