Altro che economie di scala ed efficientamento: quando il capitale entra nella titolarità delle farmacie, possono anche verificarsi corto-circuiti che mettono a rischio l’accesso al farmaco da parte di parecchie migliaia di persone. E rafforzano i dubbi sull’efficacia dei paletti che la Legge per la concorrenza aveva piantato a difesa della pluralità di mercato. Il caso che potrebbe fare scuola arriva da Artena, comune della provincia romana di 14mila abitanti circa: le farmacie del territorio che, sulla carta, dovrebbero assicurare il servizio sono tre ma, da qualche mese, soltanto un esercizio riesce realmente ad aprire, e pure a fatica.
All’origine di questa paradossale vicenda c’è il fallimento di Farmacie Farmaca, catena cui fanno capo una decina di esercizi sparsi per lo Stivale e che a sua volta è controllata da un’altra spa dal nome quasi identico Farmaca Farmacie. A metà novembre il Tribunale di Milano aveva aperto la procedura fallimentare e nominato i curatori, attorno a fine mese alcune farmacie del gruppo avevano dovuto chiudere perché sugli scaffali scarseggiavano i prodotti. Aveva fatto clamore, in particolare, il caso della Farmacia Zarri di Bologna, di cui s’era occupato Il Resto del Carlino, in pochi invece si sono accorti che il crac di Farmacie Farmaca coinvolgeva anche le farmacie di Artena.
Il gruppo, infatti, vanta partecipazioni in tutti e tre gli esercizi del comune romano: le due private fanno capo a Farmacie Artena sas, di cui Farmacie Farmaca è socio accomandatario; la stessa sas, inoltre, ha acquisito dal marzo 2019 la gestione della farmacia comunale, che era rimasta chiusa per tre anni a causa di un precedente fallimento (della società che aveva il municipio per socio di maggioranza).
Ora che la società ha fatto crac, le farmacie di Artena se la passano tutte male: secondo quanto riferisce la stampa locale, riesce ad aprire soltanto un esercizio su tre, grazie anche all’abnegazione dei farmacisti che ci lavorano e che non ricevono lo stipendio da cinque mesi. Il problema più inquietante, però, sono le consegne: la farmacia non viene rifornita dall’inizio di dicembre e quindi manca quasi del tutto dei farmaci per la stagione fredda: quello che abbiamo lo diamo, riferisce uno dei collaboratori, se non c’è dobbiamo mandare via i clienti. Insomma, tra breve ad Artena non ci saranno più farmacie aperte.
Il costo circuito in cui è incorso il servizio farmaceutico in questa parte del Lazio è evidente: quando tutte le farmacie di un comune appartengono allo stesso soggetto, il destino di una diventa anche quello delle altre. E’ un’evenienza che la 124/2017 non sembra proprio aver considerato.