«Con questi rincari sul prezzo dell’energia che stiamo registrando, pari a oltre il 600% rispetto a un anno fa, si profila per il nostro settore il reale rischio che non solo vengano a mancare i farmaci, ma che venga messa in forse la stessa sopravvivenza delle aziende produttrici di medicinali». L’allarme arriva dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, che in un intervista rilasciata ieri all’Adnkronos Salute passa in rassegna le criticità che il settore sta attualmente scontando, dai costi dell’energia alle materie prime.
«Tutti i settori della nostra filiera stanno assorbendo una parte importante di questi aumenti» sottolinea Cattani «perché noi non possiamo riversarne a valle gli effetti, ovvero sul consumatore, dato che in larga parte i prezzi sono concordati con Aifa e regolamentati. Quindi questa crisi energetica determina effetti indiretti aggiuntivi per le aziende farmaceutiche, con incrementi di tutti i fattori della produzione: materiali, imballaggi, manutenzioni, fiale, packaging, i cui costi sono cresciuti mediamente solo nel primo semestre 2022 del 40% rispetto all’anno scorso».
Accanto a tali aumenti, prosegue il presidente di Farmindustria, «c’è anche il problema delle carenze: oggi c’è una competizione globale per tutte le materie prime, non solo gas o l’energia ma tutte quelle che determinano la produzione dei farmaci. Teniamo presente che l’85% degli ingredienti che arrivano in Europa per produrre medicinali giungono da Cina e India, quindi siamo dipendenti da quell’area. Siamo di fronte a un segnale di grande allarme e preoccupazione».
A fronte di un’inflazione che a luglio ha toccato l’8%, ricorda infine Cattani, i prezzi al consumo dei farmaci con ricetta sono scesi dell’1%, per effetto delle scadenze brevettuali o delle rinegoziazioni con Aifa. «Per questo» conclude «chiediamo che non vi siano riduzioni dei prezzi, cioè che venga concessa alle aziende una moratoria». No dunque «alla revisione dei Prontuari, anzi bisognerebbe dare più risorse alla salute, alla spesa in farmaci, in primis ospedaliera, anche per andare a risolvere il problema del payback che grava ulteriormente sulle imprese».