«Sui dazi sono sempre stato molto ottimista, perché quando si parla di farmaci si scherza con il fuoco e il fuoco è la salute dei pazienti. In tre giorni sono stati bruciati 9.500 miliardi di dollari in capitalizzazione delle aziende, la presidenza Trump avrebbe patito un calo drastico del consenso se fosse andata a toccare l’assistenza farmaceutica, con il rischio di innescare carenze e incidere sulla continuità terapeutica, ma anche aumentare i costi assicurativi e previdenziali». Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, intervenendo all’evento “Salute e sanità, il doppio binario” organizzato ieri a Roma al Palazzo dell’Informazione dell’Adnkronos.
«Il dialogo col governo Meloni è stra-allineato, il nostro obiettivo resta quello di escludere i farmaci dai dazi» ha continuato Cattani «e quindi bene sta facendo il ministro Tajani nel condurre con il commissario europeo per il commercio Šefčovič questa negoziazione; benissimo l’azione del presidente del Consiglio Meloni, che ha già dialogato su questo tema con Trump. E quindi deve essere un’azione collettiva, guidata dall’Europa, ma che deve avere un concetto molto chiaro nella testa: il settore farmaceutico e il saldo attivo di farmaci rappresentano il primo settore industriale per l’Europa, non solo per l’Italia oggi, perché siamo cresciuti, siamo diventati il traino di tutta la manifattura italiana. E quindi si scherza anche con il fuoco dell’industria europea, il valore che dà all’Europa, il valore in termini di occupazione, di sviluppo sociale».
Per il numero uno di Farmindustria, occorre ora «continuare la negoziazione ma senza ansie. Seguiamo la situazione, personalmente ho grande fiducia nell’azione del Governo. Ricordo solo che i dazi avrebbero un effetto immediato, quello di spostare gli investimenti in Cina, che ha una strategia molto chiara sulla salute. Dopo Wuhan, il presidente Xi Jinping ha annunciato 600 miliardi di investimenti di dollari in 10 anni per rafforzare l’industria farmaceutica cinese e ha allungato la durata dei brevetti, come gli Stati Uniti».