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Celiachia, Sileri: modalità di rimborso uniformi aiutano la concorrenza

9 Gennaio 2020

La «difformità organizzativa» che a livello regionale caratterizza l’erogazione in regime di rimborso degli alimenti per celiaci non soltanto «crea disparità di trattamento» ma rappresenta anche «un ostacolo alla libera concorrenza e alla riduzione fisiologica dei prezzi». Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rispondendo ieri in Senato all’interrogazione della rappresentante Pd Paola Boldrini: nel suo intervento, la senatrice aveva invitato il Ministero a «favorire e attuare in tempi brevi la digitalizzazione dei buoni acquisto, uniformando le procedure su tutto il territorio nazionale, con indubbio vantaggio per i cittadini celiaci e per il sistema sanitario».

Nella sua replica, Sileri ha ricordato che con il decreto 10 agosto 2018 (revisione del Registro nazionale degli alimenti senza glutine) è stato anche istituito un gruppo di lavoro con Regioni e Province autonome per «uniformare a livello nazionale le modalità di erogazione» e «assicurare l’acquisto di prodotti senza glutine anche al di fuori delle farmacie e della Regione di residenza».

 

Secondo quanto riferisce un rapporto dell’Aic, l’Associazione italiana celiachia, sono al momento otto le Regioni che hanno dematerializzato i buoni acquisto (Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Campania e Puglia), in altre due sono in vigore sistemi alternativi alla carta (Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano), nelle restanti permane l’uso dei vecchi buoni (anche se Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche e Lazio hanno promesso di digitalizzare entro quest’anno). «La sfida per il prossimo futuro» conclude l’Associazione «è quella di ottenere la digitalizzazione dei buoni in tutte le regioni».