La disposizione del d.lgs 193/2006 che consente al medico veterinario di fornire ai proprietari di pet i farmaci necessari ad avviare il trattamento, implica che il medico stesso valuti anticipatamente l’effettiva necessità di iniziare immediatamente la terapia. E’ quanto si legge nella circolare con cui il ministero della Salute è tornato ieri sul tema della cessione del medicinale veterinario, fonte di irritazioni crescenti nei rapporti tra medici e farmacisti dopo l’entrata in vigore della rev, la ricetta elettronica veterinaria.
Il chiarimento è stato subito accolto con favore da Federfarma, che l’aveva ripetutamente sollecitato: in sintesi, con il suo intervento il Ministero ha ricordato che «la cessione di medicinali veterinari da parte del medico è subordinata alla condizione di inizio terapia», tale possibilità «è preclusa per la continuazione della stessa» e serve il carattere dell’urgenza. Per di più le confezioni dispensate dal veterinario devono essere registrate in scarico e nella cessione vanno seguite «le modalità dettate dal Manuale Operativo della rev». Infine, non è consentita la fornitura di medicinali per uso umano.
Accoglie positivamente la circolare anche Giampiero Toselli, segretario di Federfarma Milano. «Se la disposizione verrà rispettata» spiega a FPress «molti farmaci, tra i quali per esempio gli antiparassitari soggetti a ricetta, non saranno più venduti dai medici veterinari, perché è evidente che manca il requisito dell’urgenza».
Di tutt’altro avviso Marco Melosi, presidente dell’Anmvi. «A nostro giudizio la circolare non fa altro che ribadire quanto stabiliscono il d.lgs 193/2006 e il decreto Balduzzi: il medico veterinario può consegnare al proprietario una confezione del farmaco prescritto per iniziare la terapia. A quanto mi risulta, i medici che sfruttano il decreto Balduzzi per cedere anche una seconda scatola sono pochi». Anche sulla tracciabilità Melosi dissente da Federfarma: «Le confezioni dispensate dai veterinari sono già tracciate, Vetinfo mette a disposizione una funzionalità per tale scopo, nel menù relativo al carico/scarico».
Il presidente dell’Anmvi, in ogni caso, tende la mano alle farmacie: «Comprendo la loro posizione» osserva «il mio invito è quello di approfittare del tavolo ministeriale sul nuovo Regolamento europeo per i medicinali veterinari, dove siamo presenti sia noi sia i farmacisti, come occasione di confronto e chiarimento reciproco». Anche perché il recepimento della normativa comunitaria obbligherà a lavorare di comune intesa. «Ci sono diversi passaggi del Regolamento che andranno adattati alla realtà italiana» conferma Melosi «penso per esempio alla norma che, in caso di indisponibilità di un farmaco veterinario in Italia, impone al medico di cercare negli altri Paesi membri prima di passare alla versione per uso umano. Oppure alla disposizione che consente di acquistare via internet anche all’estero, anche se soltanto i farmaci senza ricetta».