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Coronavirus, emergono timori di contraccolpi sulla produzione di farmaci

5 Febbraio 2020

C’è anche il comparto farmaceutico tra i settori industriali messi a rischio dalla paralisi produttiva in cui versa la Cina per l’epidemia di coronavirus. I primi a mostrare preoccupazione per gli effetti delle misure di isolamento adottate da Pechino sono stati i mercati americano e indiano: negli Usa, come riferisce la rivista Daz.online, la stampa paventa da giorni contraccolpi sulla produzione mondiale di principi attivi e materie prime, considerato che l’80% circa degli ingredienti utilizzati dall’industria farmaceutica statunitense arriva dal Paese asiatico e il 13% delle aziende produttrici di materie prime risiede lì (dati Fda).

Come spiega alla rivista Wired Rosemary Gibson, senior advisor del Centro Hastings per la ricerca bioetica, questa dipendenza dalla produzione cinese dovrebbe preoccupare: il coronavirus, è il timore, potrebbe costringere la Cina a cessare l’esportazione di determinate materie prime, per problemi produttivi o ancora per costituire scorte da utilizzare per il mercato interno. «Questo è un avvertimento per gli Stati Uniti e gli altri paesi» conclude Gibson «se la tua catena di approvvigionamento è concentrata su un singolo paese, non importa quale, si finisce per correre un grande rischio».

Al momento la Fda non segnala carenze legate all’epidemia da coronavirus, tuttavia – avverte Erin Fox, farmacista presso l’università dello Utah – mancanze e rotture di stock potrebbero insorgere anche a mesi di distanza. Per di più, non grande trasparenza nelle informazioni fornite dall’industria: non è dato sapere quali sono i principi attivi che arrivano dalla Cina, né dove siano ubicate le fabbriche. «Una delle grandi incognite» osserva Fox «è il numero di sostanze per le quali c’è un solo produttore».

Preoccupazioni anche in India, da dove arriva il 40% dei generici commercializzati in America. Secondo un rapporto di Economic Times, il 70% delle materie prime utilizzate dai genericisti indiani (per antibiotici, paracetamolo, antidiabete e cardiovascolari) arriva sempre dalla Cina.

 

Un sondaggio condotto da Kemiex tra una novantina di professionisti del comparto farmaceutico (produttori, trader, retailer) rivela che il 35% degli intervistati prevede contraccolpi sul mercato internazionale delle materie prime a causa del coronavirus. Secondo la stessa società, i fornitori europei disporrebbero di scorte sufficienti a coprire eventuali interruzioni della produzione in Cina, ma la mappa predisposta da Kemiex sui siti cinesi rivela che diverse aziende hanno sede nella provincia di Hubei, la cui capitale è Wuhan (ossia la città dove è esploso il primo focolaio epidemico).