Stacca anche l’ultimo ticket il decreto Crescita, approvato ieri in via definitiva dal Senato con 158 voti favorevoli, 104 contrari e 15 astensioni. Si appresta dunque a diventare legge (mancano soltanto le formalità di rito e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale) l’emendamento sull’obbligo dell’invio telematico dei corrispettivi, in vigore dal primo luglio per le farmacie e le altre imprese con volume d’affari superiore ai 400mila euro. La norma, come si ricorderà, dispone che nei primi sei mesi le sanzioni previste per gli inadempienti non si applicano nel caso in cui la trasmissione digitale avvenga «entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto». In un primo momento la disposizione era stata letta come una proroga che avrebbe dato tempo ai farmacisti di dotarsi di registratore telematico, viste le attuali difficoltà dei produttori a soddisfare tutte le richieste; di fatto invece non c’è nessun rinvio, perché viene soltanto posticipata (di un mese) la scadenza della trasmissione, ma resta l’obbligo dal primo luglio di registrare digitalmente i corrispettivi.
Per tale ragione, nei giorni scorsi Federfarma si era nuovamente rivolta al Mef con una lettera nella quale si rappresentavano «la situazione e le oggettive difficoltà per le farmacie di dotarsi dei Registratori telematici, a causa sia dei ritardi delle amministrazioni interessate, sia dell’insufficiente disponibilità di prodotti in commercio». E si chiedeva di «autorizzare le farmacie, fino a quando la situazione di mercato non si normalizzi, a continuare a certificare i corrispettivi nella maniera attuale, mediante l’emissione dello scontrino fiscale, avvalendosi degli apparecchi misuratori fiscali in uso, con la memorizzazione nel giornale di fondo e fermi restando gli obblighi sostanziali di liquidazione e versamento dell’iva alle scadenze previste». Al momento, non risulta che dal Ministero siano giunte risposte. E lunedì prossimo è il primo luglio.