I sindacati dei distributori farmaceutici rinnovano anche al Governo Meloni la richiesta di un incontro urgente «per identificare soluzioni immediatamente percorribili con cui scongiurare il deterioramento del comparto». È il senso della lettera che Federfarma Servizi e Adf hanno inviato ieri al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per ricordare le forti difficoltà che sta attraversando attualmente il settore. «Per obbligo di legge» scrivono in particolare le due organizzazioni «i distributori intermedi devono consegnare i farmaci entro 12 ore dalla richiesta. Ma l’aggravio dei costi d’impresa – soprattutto per energia, carburante e oneri finanziari – sta seriamente minacciando la capacità delle aziende di ottemperare a quanto previsto dalla legge».
«Nonostante il ruolo fondamentale all’interno del Servizio sanitario nazionale e regionale» rimarca Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi «i grossisti scontano forti criticità che rischiano di pregiudicare l’attività stessa della distribuzione del farmaco e di tutto ciò che è necessario per la salute delle comunità». I distributori, infatti, riforniscono anche i farmaci e i dispositivi della diretta in collaborazione con le strutture sanitarie pubbliche.
«L’effetto congiunto di una cronica sotto remunerazione della distribuzione dei farmaci di classe A sommato al corrente aggravio dei costi di impresa» continua Mirone «sta rendendo insostenibile il servizio così come sinora garantito alla popolazione».
Alle difficoltà economiche delle aziende di settore, «si aggiungono decisioni e pratiche commerciali dell’industria farmaceutica che determinano un aggravio insostenibile dei costi. Occorre che l’intera filiera del farmaco collabori in modo sostenibile dal punto di vista sia organizzativo sia economico, affinché i distributori intermedi possano continuare a svolgere la loro funzione essenziale e garantire la reperibilità dei farmaci sul territorio».