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Dazi Usa, farmaceutica esclusa (per ora). Cosa si rischia su prezzi e forniture

7 Aprile 2025

Il settore farmaceutico sembra essere stato risparmiato dai dazi Usa ma tanto l’Ue quanto l’industria non festeggiano perché non è certo che il pericolo sia sfumato. È il commento che prevale all’indomani della conferenza stampa con cui, il 2 aprile, il presidente Trump ha annunciato ufficialmente il pacchetto di misure diretto a riequilibrare la bilancia commerciale tra gli Stati Uniti e l’estero. Come fanno notare fonti Ue, il governo americano ha affermato che l’attenzione si concentra su cinque aree strategiche : automobili, acciaio e alluminio, minerali e legname, prodotti farmaceutici e semiconduttori. Gli ultimi due sono rimasti al momento esclusi dai dazi, ma l’Ue ritiene che ci sia una forte probabilità che a breve anche farmaceutica e semiconduttori possano essere colpiti. Anche perché ieri, in alcune dichiarazioni, il presidente Trump ha promesso che «nel prossimo futuro» anche i farmaci verranno colpiti dalle misure protezionistiche.

Il sospetto è rafforzato dai dati: nel 2024 i prodotti farmaceutici sono stati la principale importazione statunitense dall’Ue, per un totale di 127 miliardi di dollari (117 miliardi di euro). Per questo, dicono a Bruxelles, «non siamo sicuri che si possa tirare un sospiro di sollievo».

Lo stesso tono ispira i commenti che al momento arrivano dall’industria farmaceutica. «Il reale impatto delle misure per i comparto farmaceutico potrà essere valutato appieno solo nei prossimi giorni» dichiara in una nota stampa il presidente di Egualia, Stefano Collatina «i dazi sui prodotti farmaceutici danneggerebbero sia l’industria statunitense sia quella europea, ma soprattutto danneggerebbero i pazienti: l’esenzione daziaria per questi prodotti era stata concordata dalle economie avanzate aderenti all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) proprio per garantire il massimo accesso alle cure a livello planetario. Se l’esenzione verrà confermata, sarà una bella notizia perché confermerebbe un principio e un valore etico condiviso da decenni dai Paesi del mondo avanzato».

E se invece così non fosse? Ne patirebbero le aziende che dall’Italia esportano negli Usa, ma gli effetti per la filiera e il mercato nazionale sarebbero molto limitati, come spiega a FPress Michele Uda, direttore generale di Egualia. «Le preoccupazioni riguardano soprattutto le imprese che producono in conto terzi» osserva «che potrebbero subire contraccolpi importanti. Quando un mercato si chiude si va alla ricerca di nuovi sbocchi, ma sono operazioni che non si fanno certo in tempi brevi».

Non ci sono invece da temere effetti sui prezzi dei farmaci. «In Italia sono negoziati» ricorda Uda «quindi l’ipotesi da escludere. Molto limitato anche il rischio che i dazi possano aver effetti sulla disponibilità di alcuni farmaci: è un’eventualità che potrebbe riguardare le aziende la cui produzione era indirizzata in larga parte al mercato americano e con le nuove misure non riescono più a stare sul mercato. Ma è uno scenario davvero poco probabile».

Le preoccupazioni, quindi, scaturiscono dal valore strategico del comparto farmaceutico. Tant’è vero che la Commissione Ue ha già fatto sapere che martedì convocherà a Bruxelles i rappresentanti dell’industria farmaceutica europea. È un settore cruciale per l’Europa e si farà di tutto per proteggerlo e promuoverlo, è la promessa.