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Ddl Bilancio, filiera divisa sull’articolo 57 che va in soccorso dei distributori

14 Novembre 2024

Si allarga la spaccatura nella filiera del farmaco riguardo all’articolo 57 del ddl Bilancio che toglie lo 0,65% alla quota di spettanza dell’industria per darlo ai distributori intermedi: mentre Adf e Federfarma Servizi plaudono al provvedimento (che per il biennio 2026-27 riconosce anche ai grossisti un contributo di 0,05 euro su ogni confezione di farmaco di fascia A recapitato alle farmacie), Farmindustria esprime invece forti critiche, denunciando un impatto negativo sulla sostenibilità e crescita del settore

L’articolo 57, scrivono in particolare le due associazioni dei distributori in una nota diffusa ieri, rappresenta un intervento ormai essenziale. «Le misure a sostegno dei distributori intermedi indicate nel disegno di legge di bilancio sono di vitale importanza per tutto il comparto e non sono più rinviabili», afferma Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi. La distribuzione intermedia, sottolinea Mirone, è l’anello «notoriamente il più debole della filiera del farmaco» e il rischio, senza adeguato supporto, è quello di compromettere l’intero sistema sanitario nazionale. «È pertanto urgentissimo mettere in sicurezza la filiera», per evitare che «carenze di medicinali» possano impattare negativamente sull’assistenza ai cittadini.

Walter Farris, presidente di Adf, si unisce al coro di apprezzamenti verso la manovra, evidenziando che essa rappresenta «una consapevolezza finalmente maturata» sulla difficile situazione dei distributori. «Schiacciate da anni di “sottoremunerazione” e sempre più gravate da costi crescenti», le aziende della distribuzione farmaceutica rischiano di dover ridurre volumi e frequenza delle forniture, compromettendo sia le farmacie sia i pazienti.

Negli ultimi anni, la distribuzione intermedia ha affrontato un contesto di «policrisi», caratterizzato da una combinazione di aumento dei costi energetici e del carburante, crisi finanziaria e inflazione. Secondo gli studi dell’Università di Roma La Sapienza, i distributori hanno visto i propri margini ridursi del 70% tra il 2009 e il 2019, principalmente a causa del progressivo calo dei prezzi dei farmaci e delle difficoltà legate alla Distribuzione Diretta ospedaliera.

Di opinione opposta è Farmindustria, che interpreta l’articolo 57 come un danno per l’industria farmaceutica. «Chi genera valore e innovazione non dovrebbe essere penalizzato, eppure incredibilmente sta accadendo» osserva in una dichiarazione il presidente degli industriali del farmaco, Marcello Cattani, che punta il dito contro una manovra che, a suo avviso, sposta risorse vitali dall’industria alla distribuzione. Farmindustria chiede l’abrogazione dell’articolo 57, ritenendolo una «scelta incomprensibile e inaccettabile», che avvantaggia i servizi a scapito delle imprese. Una decisione simile, affermano, rischia di «deprimere le prospettive di crescita economica e sociale» di un settore strategico per l’Italia, che contribuisce al Pil per circa il 2% e vanta un saldo estero positivo.

Oltre all’opposizione verso l’articolo 57, Farmindustria chiede una revisione dell’intero sistema di finanziamento della spesa farmaceutica, con l’aumento del tetto di spesa per gli acquisti diretti dello 0,55% e una stabilizzazione del payback, il meccanismo di ripiano della spesa pubblica a carico delle aziende. Nel 2025, il payback previsto ammonterebbe a 2,4 miliardi di euro, una cifra che Farmindustria considera insostenibile. «Continuare a imporre l’onere dei payback è la strada giusta per affossare l’industria farmaceutica», afferma il comunicato, ribadendo il ruolo strategico dell’industria farmaceutica per l’Italia e l’Europa.

Nel merito, Federfarma Servizi e Adf concludono augurandosi che le misure vengano ampiamente condivise «nell’interesse di tutto il sistema sanitario nazionale» e consentano ai grossisti di «recuperare almeno parzialmente la necessaria marginalità». Farmindustria, invece, esorta il governo a ripensare l’intervento normativo, concludendo con una citazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Non disturbare chi vuole lavorare e produrre ricchezza», un concetto che l’associazione invita a rendere tangibile anche attraverso un supporto concreto all’industria.