Ora che la nuova Convenzione si appresta a incorniciare stabilmente i servizi in farmacia tra le attività erogate per conto del Ssn, occorre alzare l’asticella della qualità e fornire agli esercizi del territorio protocolli certificati che standardizzino procedure e pratiche. Lo ha detto il segretario nazionale di Assofarm, Francesco Schito, nell’audizione convocata ieri dalla commissione Affari costituzionali del Senato per raccogliere pareri e valutazioni delle parti sociali sul ddl Semplificazioni, all’esame di Palazzo Madama dal novembre scorso.
«La farmacia dei servizi ha requisiti specifici da rispettare» ha ricordato Schito «e anche la nuova Convenzione, che dovrebbe essere pubblicata a breve, ne aggiunge di suoi, per esempio l’obbligo in capo al farmacista di firmare i referti dei test analitici. Le indagini di Cittadinanzattiva, poi, dimostrano che c’è una domanda consistente da parte della popolazione. Per mettere fine alle polemiche, quindi, servono delle linee guida per standardizzare la pratica in farmacia, considerato che dal punto di vista tecnologico – ossia la qualità degli apparecchi in uso, le farmacie sono perfettamente sovrapponibili ai laboratori. Assofarm lavorerà dalle prossime settimane con alcune società scientifiche per definire queste linee guida».
Prima di Schito era intervenuta in audizione l’Aisi, Associazione imprese sanitarie indipendenti, che ha espresso il proprio assenso all’ampliamento dei servizi in farmacia ipotizzato dal ddl ma ad alcune condizioni. «Le farmacie riscuotono il gradimento della popolazione, in primo luogo per la loro prossimità» ha ammesso Fabio Vivaldi, coordinatore di Aisi «ma il problema sono i requisiti: le strutture sanitarie devono rispettare obblighi di tipo strutturale, tecnologico e organizzativo che dovrebbero essere estesi anche alle farmacie, a cominciare dalla presenza di personale medico durante le vaccinazioni per anamnesi iniziale e periodo di osservazione post-somministrazione».
Richieste analoghe anche dalla Fnomceo, che chiede «medesime misure e procedure per l’erogazione delle prestazioni che queste avvengano nei locali delle farmacie o negli ambulatori dei medici o delle strutture specialistiche». Alla Commissione, in particolare, il presidente della Fnomceo Filippo Anelli ha chiesto che «ai fini dell’autorizzazione all’erogazione dei servizi, venga accertato per le farmacie il possesso dei requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi stabiliti sulla base dei principi e criteri direttivi previsti dall’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 502/1992».
«Perplessità», inoltre, sull’erogabilità di prestazioni in assenza di una ricetta medica. «Questi accertamenti» ha ricordato Anelli «servono al medico per confermare un sospetto diagnostico o eseguire un monitoraggio della malattia, al fine di valutare l’insorgenza di complicanze o malattie correlate».