E’ ormai indicazione unanimemente condivisa che nella valutazione di un nuovo farmaco non si possa prescindere da un’analisi costi-benefici. In altri termini, va soppesato quanto il medicinale chiede alla collettività in termini di spesa rispetto a ciò che effettivamente aggiunge in salute acquisita rispetto alle alternative terapeutiche già esistenti. Tutto legittimo, a tal punto che – forse – potrebbe rivelarsi proficuo applicare lo stesso genere di vaglio anche in altre valutazioni, per esempio sull’opportunità di certe procedure burocratiche: il loro costo più o meno occulto – in personale e ore di lavoro sprecate – vale il beneficio che effettivamente arrecano alla collettività? E’ un dubbio che si fa forte a leggere del contenzioso di cui si è occupato di recente la II sezione di Lecce del Tar Puglia: la vicenda riguarda la procedura di decentramento avviata nel 2016 dal Comune di Taranto per tre sedi farmaceutiche, culminata in un concorso alla quale hanno partecipato nove farmacie. Nel settembre dell’anno successivo la Regione pubblica la graduatoria, in cui i candidati recano un punteggio commisurato ad alcuni parametri, il più importante dei quali è il quorum della sede in cui operano. La delibera viene però impugnata da uno dei titolari interessati, che lamenta errori rilevanti proprio nei conteggi della popolazione residente effettuati dal comune.
Il ricorso finisce davanti al Tar leccese, che chiede all’Ufficio statistica dell’amministrazione tarantina una relazione di chiarimento «sulle modalità di computo del numero di abitanti riferibili alle sedi delle nove farmacie concorrenti, tenendo conto dei rilievi formulati nelle consulenze tecniche delle parti ricorrenti». La risposta arriva nell’ottobre 2018 ed è emblematica: a fronte delle pressioni del Dipartimento salute della Regione per avere i dati demografici il più rapidamente possibile, riferisce l’Ufficio, i conteggi sono stati effettuati dal venerdì pomeriggio del 2 dicembre 2016 fino a mercoledì 7 dicembre, per un totale di circa 40 ore di lavoro. «Per l’esiguo tempo a disposizione» scrive tuttavia l’Ufficio «il lavoro statistico non poteva essere condotto con i canoni metodologici più appropriati, ossia una verifica diretta sul campo tramite “operazione censuaria” sulle aree di analisi». Un’indagine di questo genere, prosegue la relazione, sarebbero stati necessari «2,4 rilevatori per sede, cioè circa 21 per le 9 sedi concorrenti, con un tempo prudenziale di almeno un trimestre di lavoro, e comunque con margini di errore da quantificare e mitigare, anche a fronte dei disallineamenti o errori generali di popolazione».
Ne consegue, continua l’Ufficio, che «non è possibile fare un calcolo di popolazione con “precisione assoluta” su aree di tipo sub-comunale quali sono le sedi farmaceutiche, delimitate da indicazioni di vie, toponimi, civici e altro». In più, «l’elencazione viaria e i toponimi di riferimento di cui dispone il Comune non possono dare certezze assolute ai fini del computo preciso della popolazione residente o meglio abitante, quindi anche solo domiciliata e/o dimorante. Infatti, sia il metodo di computo esatto della popolazione di riferimento per sede basato rigidamente sulle vie, sia quello di computo sui toponimi viari, scontano inevitabilmente tutte le incertezze e le incongruenze dei dati a disposizione del Municipio. Quanto al sistema di delimitazione per vie riferite a ogni farmacia del territorio utilizzato dal Comune e dall’Asl ai fini della pianta organica delle farmacie, risulta che talvolta stesse vie sono ripetute a proposito di zone diverse e/o che sono contenuti riferimenti stradali generici (carceri, edifici o luoghi pubblici, prolungamenti viari o ideali, mura ecc.) non meglio definiti o identificabili con esattezza con la numerazione civica».
Preso atto della risposta dell’Ufficio statistica di Taranto, il Tar dispone all’inizio di quest’anno che a occuparsi dei conteggi sia il Settore servizi demografici e statistici del comune di Lecce. A febbraio, tuttavia, il dirigente incaricato declina l’incarico per le incombenze legate alle imminenti consultazioni elettorali e così arriviamo all’ultima ordinanza, risalente al 14 marzo scorso: a condurre le verifiche demografiche senza le quali non è possibile valutare nel merito il ricorso, dispone il Tar, sarà la Sezione Matematico-Statistica del Dipartimento di Scienze dell’Economia dell’Università del Salento, «con facoltà di delega».