All’assessore al Welfare della Lombardia, Letizia Moratti, vanno il plauso e i ringraziamenti di Federfarma nazionale per il suo intervento dell’altro ieri davanti alla commissione Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla distribuzione diretta. Come ampiamente riportato da tutti i giornali di categoria, Moratti ha sollevato forti perplessità sui presunti vantaggi del doppio canale e ha ribadito la preferenza – sua e della propria Regione – per la distribuzione da parte delle farmacie del territorio: «Mandare i pazienti a ritirare i loro farmaci in ospedale genera disagi» ha detto in audizione «spesso gli assistiti abitano a grande distanza dalle strutture e gli orari di apertura sono scomodi».
Prima su Facebook e poi all’Assemblea nazionale del sindacato – riunita ieri in videoconferenza –il presidente del sindacato titolari, Marco Cossolo, ha rivolto all’assessore lombardo un sentito grazie per il suo intervento e ha ricordato che è merito della Lombardia se nelle ultime bozze del cosiddetto Dm71 (il decreto che deve ridisegnare l’assistenza territoriale in base alle novità del Pnrr e attualmente è all’esame della Conferenza Stato-Regioni) sono spariti i riferimenti alla distribuzione diretta nelle Case di comunità.
Tutto giusto: nell’ultima versione del dm, diffusa la settimana scorsa da Quotidiano Sanità, appare barrato (cioè cancellato) il passaggio che annovera i «servizi di distribuzione diretta di farmaci e dispositivi medici» tra i compiti che possono essere affidati alle Case. Grazie alla fermezza della Lombardia, in sostanza, le farmacie hanno scongiurato (almeno per il momento) il loro peggiore incubo, ossia l’istituzionalizzazione della distribuzione diretta nelle aggregazioni dei medici di famiglia. Una pratica, vale la pena di ricordarlo, che al momento è adottata soltanto in un pugno di regioni.
«Siamo contenti che Federfarma nazionale sostenga il modello lombardo» ha osservato in assemblea Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia «da lungo tempo la nostra Regione considera le farmacie del territorio il canale distributivo più affidabile per far arrivare i farmaci agli assistiti e le parole di Moratti in Commissione riflettono fedelmente questo orientamento».
Sono piena espressione di tale politica anche i dati sulla spesa farmaceutica lombarda: nell’anno che ha preceduto la Manovra 2021 e il riequilibrio dei tetti, la Lombardia è quella che nel canale della convenzionata ha speso di più, il 7,48% a fronte di un tetto del 7,96% (la Campania ha speso il 7,43%, il Piemonte il 5,86%, l’Emilia Romagna il 5,18%).