Rinnovo della convenzione, riforma della remunerazione, contenimento o superamento della distribuzione diretta, sviluppo della farmacia dei servizi, nuovo contratto dei dipendenti, assorbimento delle parafarmacie. Sono i punti salienti del programma che il presidente rieletto di Federfarma, Marco Cossolo, s’impegna a realizzare nel triennio entrante, con l’obiettivo strategico di fare della farmacia un presidio del Ssn «di relazione anziché di dispensazione», improntato alla prevenzione primaria e secondaria, alla gestione dell’aderenza terapeutica e ai servizi. Quella farmacia, in sostanza, che già disegnava il programma con cui il piemontese era stato eletto alla presidenza di Federfarma tre anni fa. E di cui il nuovo sembra una fotocopia quasi fedele. Perché ben poco è stato realizzato.
Tra le righe lo ha ammesso lo stesso Cossolo: «In questi tre anni sono cambiati tre governi» ha detto aprendo il suo intervento «abbiamo fatto quello che si poteva fare». E quello che si è davvero fatto, scava scava, è soltanto la nuova tariffazione del fatturato Ssn, con una legge (la Manovra per il 2019) che ha spaccato le piccole farmacie, perché se alcune ne hanno beneficiato altre invece ci hanno rimesso.
Sugli altri punti invece si può opinare: abbiamo ottenuto il finanziamento della farmacia dei servizi, ha detto Cossolo. Vero, ma le farmacie quei fondi li vedranno soltanto tra un paio di anni, quando i cronoprogrammi regionali si saranno conclusi e il tavolo di verifica avrà “vidimato” dati e relazioni tecniche finali. E a causa di covid, la gran parte delle sperimentazioni è ancora al palo.
Stesse perplessità sulla convenzione: abbiamo fatto partire il tavolo con la Sisac, ha rivendicato Cossolo, e rispetto alla prima bozza presentataci dalla Sisac, che non ci piaceva, abbiamo ottenuto importanti modifiche. Non è quello però che risulta dalle carte, visto che l’ultima bozza messa sul tavolo negoziale dalla parte pubblica (a novembre) è stata giudicata dagli stessi sindacati delle farmacie peggiore della prima. E dagli incontri successivi, a parte le parole, non è uscita nessun’altra riscrittura.
Su altri punti del programma scatta invece l’effetto déjà vu: l’idea di impostare sulla riforma della remunerazione e sul passaggio all’onorario professionale la transizione da una «farmacia di dispensazione a una farmacia di relazione» era già presente nel programma del 2017, così come risale a tre anni fa il riproposto progetto di imperniare sulle società partecipate (a partire da Credifarma, che – ha annunciato Cossolo – si integrerà con l’ultimo acquisto di Banca Ifis, Farbanca) una strategia corale diretta a sostenere i progetti di crescita della farmacia indipendente.
Chiudono il rinnovo del contratto dei dipendenti – ma non firmeremo prima di avere chiuso la nuova convenzione e la nuova remunerazione, ha garantito il presidente di Federfarma – e il superamento delle parafarmacie (altro déjà vu), da ottenere grazie al noto ddl Sileri. «Puntiamo a togliere i farmacisti da parafarmacie e corner» ha spiegato Cossolo «con un concorso a loro riservato per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche. E con una norma che consentirà ai supermercati di vendere confezioni starter di otc senza la presenza del farmacista». Con la rielezione di ieri, Cossolo si è assicurato altri tre anni per realizzare il suo programma.