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E’ vero, Federfarma senza strategia: urge riformare gli organi sindacali direttivi

24 Aprile 2020

di Alfonso Misasi*

Le critiche rivolte a Federfarma un paio di giorni fa dal collega Francesco Pascolini mi trovano d’accordo: è arduo rivenire qualche traccia di strategia sindacale negli ultimi interventi della Federazione. Di fatto, l’attività della nostra associazione nazionale si è ridotta a un’iperproduzione di comunicati stampa discontinui e poco credibili, nei quali si arriva addirittura a tirare in ballo il Papa per cercare di acquisire autorevolezza nei confronti degli interlocutori istituzionali.

Spesso questi interventi sono pure contraddittori: sui prezzi delle mascherine, per esempio, Federfarma ha prima respinto ogni addebito a carico delle farmacie incolpando i distributori; poi ha ripetuto fino alla stanchezza (degli iscritti) che si sarebbe costituita parte civile nelle eventuali cause intentate nei confronti di titolari accusati di speculazione; quindi ha chiesto che venisse adottato un regime di prezzi controllati e infine, l’altro ieri, è uscita con la minaccia che le farmacie non venderanno più mascherine se le sue richieste non saranno accolte. Un intervento, va sottolineato, che non è stato concordato con nessuna delle rappresentanze territoriali di Federfarma e che gran parte dei giornali ha ripreso parlando di farmacisti adirati che non commercializzeranno più questo genere di dispositivi.

E’ evidente che il consiglio di presidenza di Federfarma, ormai ridotto in termini operativi a quattro-cinque persone, ha perso la cognizione della sfaccettata realtà con cui si confrontano le 21 rappresentanze regionali e provinciali del sindacato. Viene persino da chiedersi se questo direttivo non si sia ormai trasformato in un cerchio magico di cui il presidente Cossolo è forse più vittima che artefice.

Di certo, in ogni caso, è urgente che Federfarma recuperi la collaborazione e il dialogo con la totalità delle rappresentanze territoriali del sindacato, un’operazione fattibile soltanto se si restituisce alla Federazione un comitato direttivo costituito da un rappresentante per ogni regione. E’ una proposta che già avevo sostenuto nel recente passato, anche quando ero segretario di Federfarma nazionale, la ripropongo ora perché mi pare ancora più attuale e urgente. Perché il rischio, è che in questo caos l’edificio sindacale dei farmacisti imploda.

* segretario di Federfarma Calabria