Occorre che l’Europa acceleri sull’adozione di misure con cui supportare la produzione farmaceutica nei confini europei, «per tutelare i Paesi Ue dalla minaccia ricorrente di carenze negli approvvigionamenti di medicinali». È quanto chiede Medicines For Europe, l’associazione dei produttori di generici, in una lettera indirizzata al presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e ai commissari per la Salute e per il Mercato interno, Stella Kyriakides e Thierry Breton.
Nel messaggio, in particolare, l’organizzazione dei produttori dichiara di condividere «la necessità di un approccio coordinato e solido per salvaguardare la catena di approvvigionamento dei medicinali in Europa e lodiamo l’iniziativa in tal senso promossa dal Belgio e sostenuta da 21 Stati membri». Il riferimento è al position paper presentato il 2 maggio scorso alla Commissione Ue dal governo belga e co-firmato dai principali Paesi Ue, Italia compresa. Nel documento gli Stati chiedono:
Alcuni Stati membri, continua poi Egualia, si stanno muovendo autonomamente per arginare il problema delle carenze. È il caso della Germania e della Francia: la prima ha previsto interventi sui prezzi e sulle gare d’appalto pubbliche, la seconda ha diffuso in questi giorni una lista di 450 farmaci ritenuti critici e sui quali si interverrà con politiche di incremento dei livelli di rimborso; in aggiunta, il presidente Macron ha annunciato il ritorno in patria della produzione di 50 medicinali le cui riserve sono a rischio.
Dal canto suo Egualia, l’associazione dei genericisti italiani, ha chiesto un incontro urgente negli scorsi giorni al ministro Schillaci poiché la produzione e la commercializzazione di un’importante porzione dei farmaci equivalenti erogati dalle oltre 65 aziende associate, nelle farmacie aperte al pubblico e in ospedale, è a fortissimo rischio di sostenibilità e quindi di continuità di approvvigionamento. «I costi di produzione di molti farmaci essenziali continuano a crescere senza un corrispondente adeguamento del livello di rimborso del Ssn» scrive Egualia in una nota «con il rischio, sempre più attuale, che molte realtà industriali decidano di uscire dal mercato, con ripercussioni importanti in tema di erogazione di farmaci essenziali per tutte le patologie croniche. Si tratta di oltre il 25% dei farmaci oggi in lista di trasparenza (che presentano un livello di rimborso fino a 5 euro) e una larghissima parte dei farmaci iniettabili sterili venduti in ospedale.
La carenza di amoxicillina apparsa più volte sui mezzi di informazione e sulla quale è in corso da tempo un dialogo con Aifa, è un chiaro esempio di questa emergenza, ma rappresenta solo la punta di un iceberg ben più preoccupante. «Il portfolio delle aziende che producono farmaci equivalenti e biosimilari» continua la nota «è costituito in gran parte da medicinali a basso costo, utilizzati per il trattamento di malattie croniche, terapie gestite in assistenza territoriale ed ospedaliera: farmaci essenziali per il corretto funzionamento dell’assistenza farmaceutica pubblica. Senza un adeguato intervento di carattere sistemico che renda sostenibile l’approvvigionamento di questi farmaci, le situazioni di carenza non potranno che aumentare, danneggiando il Ssn e, soprattutto, i pazienti e il loro diritto di accesso alle cure».
Riteniamo quindi fondamentale un ripensamento dell’attuale assetto di governance della spesa farmaceutica, ma al contempo è improcrastinabile l’adozione di misure urgenti volte a garantire continuità delle forniture dei farmaci a più alto rischio di interruzione della disponibilità.