Carenza di materie prime e colli di bottiglia nella catena logistica gettano un’ombra sulle prospettive di crescita del comparto farmaceutico secondo Egualia, l’associazione dei produttori di equivalenti, che l’altro ieri ha presentato a Roma l’edizione 2021 dell’Osservatorio sul sistema dei farmaci generici, realizzato da Nomisma. Sotto la lente le delocalizzazioni verso i Paesi asiatici, che hanno finito per privare l’Europa delle lavorazioni primarie a basso valore aggiunto e ora costringono a correre ai ripari. «Il controllo delle nuove materie prime e delle produzioni primarie da parte dei Paesi asiatici è diventata ormai un’arma di competizione letale» ha spiegato Lucio Poma, chief economist di Nomisma e coordinatore scientifico dello studio «quindi uno degli obiettivi primari della nuova Pharmaceutical Strategy europea punta a diversificare le catene di produzione e di approvvigionamento promuovendo gli investimenti produttivi all’interno dell’Unione».
Nel breve termine, sottolinea Nomisma, le strategie per ridurre i colli di bottiglia nelle forniture di principi attivi e materie prime farmaceutiche sono principalmente due: moltiplicare le fonti di approvvigionamento – operazione difficile vista la concentrazione geografica dei fornitori nei Paesi asiatici – oppure internalizzare alcune fasi della catena fino al raggiungimento di un livello accettabile di autosufficienza strategica. Ma non è così semplice. «I prezzi dei principi attivi variano da pochi euro al chilo a migliaia» ha continuato Poma «per le sostanza di scarso valore unitario, senza aiuti di stato all’impresa o meccanismi di controllo della domanda, assieme a politiche di acquisto più sostenibili nel tempo, difficilmente potrà nascere una impresa di dimensioni tali da poter competere contro i colossi asiatici».
Serve quindi un’azione nazionale ed europea radicale, anche per incentivare il “reshoring” verso l’Italia (ossia il ritorno nel nostro Paese) delle produzioni di principi attivi farmaceutici scaduti di brevetto: «Per avviare un polo competitivo europeo bisogna agire sia sull’offerta sia sulla domanda» spiega Nomisma «servono aiuti diretti alle imprese, anche sotto forma di sovvenzioni, per colmare il gap tra costi di produzione e bassi prezzi internazionali. E va orientata parte della domanda pubblica sui farmaci che utilizzano i principi attivi prodotti nell’Ue».
In questo quadro si inserisce il problema delle gare pubbliche ospedaliere, che porta in primo piano anche la questione spinosa della stima dei fabbisogni. «Nella maggior parte dei casi» spiega l’Osservatorio «la stima viene effettuata dalle Regioni sulla base dello storico degli anni precedenti, spesso ricostruito a partire da flussi informativi sui consumi poco strutturati a livello di rete». ll disallineamento si traduce in danni elevati per le imprese, che disincentivando ulteriormente la partecipazione alle gare. Le soluzioni proposte: meno discrezionalità delle stazioni appaltanti, più uniformità dei procedimenti, sburocratizzazione e diminuzione degli oneri per le imprese. In particolare, è la proposta che arriva dall’Osservatorio, si potrebbe realizzare un algoritmo previsionale utilizzabile e personalizzabile dalle diverse Regioni per sistematizzare i dati di consumo con i profili epidemiologici, attuali e prospettici, della popolazione.