Di nuovo incompatibile per estraneità della materia. S’infrange sugli stessi scogli che già gli erano stati fatali ai tempi della Legge di Bilancio l’emendamento Trizzino sul capitale in farmacia. A fermarne la corsa Marialucia Lorefice, presidente della commissione Affari sociali, dove è cominciato l’esame delle proposte di modifica al decreto Calabria. Parecchi gli emendamenti stoppati perché relativi a materia estranee al provvedimento in esame: oltre al già citato 13.03, che riproponeva di limitare al 49% la presenza dei soci di capitale nella proprietà delle farmacie, si fermano anche l’emendamento 13.02 Provenza), che abbassava al 5% il numero massimo di farmacie controllabili dalla stessa catena e introduceva una seconda soglia, del 10%, a livello nazionale; la proposta 13.01 (Magi) diretta ad agevolare l’importazione, trasformazione e distribuzione di cannabis da parte delle farmacie territoriali e ospedaliere; gli emendamenti 13.04 e 13.05 (Mandelli) sull’esercizio cumulato delle lauree in farmacia e sulla distribuzione per conto nel comuni sotto i 5mila abitanti; la proposta 13.3 (Troiano) sulle importazioni parallele di farmaci.
Intanto ieri pomeriggio la giunta regionale della Calabria, presieduta dal governatore Mario Oliverio, ha formalizzato il ricorso davanti alla Corte costituzionale contro il decreto Calabria, che introduce nuove norme nella gestione della sanità regionale. Sempre ieri, Confcommercio Calabria ha espresso vive preoccupazioni per l’articolo 6 del decreto, riguardante «appalti, servizi e forniture per gli Enti di servizio sanitario della Regione Calabria». Di fatto, è la tesi dell’associazione, si cancellerebbe dall’attività di forniture e servizi al sistema sanitario calabrese l’intero mondo imprenditoriale del comparto, con il rischio di perdere più di mille posti di lavoro.