Vale poco meno di 3,8 milioni di euro all’anno il beneficio economico di cui godono le farmacie con fatturato Ssn inferiore a 150mila euro grazie all’esenzione dagli sconti di legge. E’ quanto si deduce dall’accordo siglato l’altro giorno dalla conferenza Stato-Regioni per il riparto dei fondi destinati a coprire i mancati introiti che ne derivano. Nelle tabelle allegate al testo dell’intesa, viene riportato per ogni Regione l’ammanco finanziario determinato dalla disposizione, introdotta – come si ricorderà – dalla Finanziaria 2019: il Piemonte, per esempio, ci rimette 275mila euro all’anno, la Lombardia 553mila, la Campania quasi 269mila, la Puglia 168mila, la Calabria 205mila.
Le stesse cifre indicano anche quanto hanno ricavato nel 2019 le piccole farmacie in sconti non versati (ex 662/96 e 135/2012), ma non va dimenticato che quell’esenzione è stata barattata da Federfarma con il sacrificio di una parte consistente delle farmacie associate. Come si ricorderà, infatti, la disposizione della Finanziaria 2019 che esentava le farmacie con fatturato sotto i 150mila euro dettava anche regole uniche per tutti sulla composizione del fatturato Ssn (sempre ai fini della determinazione di sconti e trattenute). E così, dall’anno scorso rientrano nel computo non solo i farmaci erogati in regime convenzionato, ma anche dpc, integrativa, protesica e compartecipazioni alla spesa.
Le nuove regole si sono rivelate una tegola sul capo per tutte le farmacie di quelle Regioni che prima calcolavano gli sconti su un fatturato Ssn limitato alla sola convenzionata. E’ il caso, tra gli altri, della Lombardia, che all’approvazione di quella Finanziaria aprì una dura polemica con i vertici nazionali del sindacato: con il nuovo computo, osservò l’Unione regionale, ci sono farmacie che rischiano di perdere fino a qualche decina di migliaia di euro di fatturato. Proprio quello che è poi successo, come possono testimoniare molti farmacisti.
Regione | Esenzione piccole farmacie |
Piemonte | -275.028 euro |
Lombardia | -553.295 euro |
Veneto | -247.319 euro |
Liguria | -195.694 euro |
Emilia Romagna | -479.274 euro |
Toscana | -280.571 euro |
Umbria | -34.919 euro |
Marche | -100.919 euro |
Lazio | -281.934 euro |
Abruzzo | -105.555 euro |
Molise | -48.910 euro |
Campania | -268.700 euro |
Puglia | -168.317 euro |
Basilicata | -67.444 euro |
Calabria | -205.417 euro |
Sicilia | -477.966 euro |
NB: a norma della vigente legislazione, l’elenco non comprende Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e le due province autonome di Trento e Bolzano. Per la Sicilia, è stata operata la riduzione prevista.