È arrivato il momento di riprendere in mano il confronto sull’elenco dei farmaci a brevetto scaduto attualmente nel Pht (Prontuario della distribuzione diretta e per conto) che possono essere spostati nel regime convenzionato e quindi dispensati dalle farmacie aperte al pubblico. A chiederlo è Riccardo Zagaria, vicepresidente di Egualia con delega al Centro Studi, nel commentare i dati del nuovo rapporto annuale dell’associazione sul consumo dei farmaci equivalenti: «È necessario che il tavolo di lavoro su questo tema» afferma «si apra anche all’industria off patent, per ragionare su molte altre categorie dove si potrebbe intervenire per agevolare l’accesso dei pazienti».
Il riferimento è a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024, che stabilisce l’erogazione dei farmaci nel luogo più vicino al paziente e prevede, tra l’altro, la definizione di un elenco vincolante di medicinali Pht non coperti da brevetto da rendere disponibili tramite le farmacie. Una parte ancora inattuata, osserva Zagaria, che potrebbe contribuire a «ristabilire un equilibrio rispetto al passato» e rappresentare un’importante leva di sviluppo per il mercato degli equivalenti.
Una crescita che, seppur contenuta, è prevista nei prossimi anni. Secondo il forecast di Newline per Egualia, tra il 2025 e il 2029 scadranno i brevetti di 21 molecole (tra cui gliptine, farmaci per diabete tipo 2, Bpco ed epilessia), con un impatto positivo sul mercato off patent e generici-equivalenti. «Il farmaco equivalente continuerà gradualmente ad aumentare la sua penetrazione» spiega Elena Folpini, managing director di New Line Rdm «soprattutto nelle aree cardiovascolare e del sistema nervoso».
Il 2024, secondo il report, registra un quadro di sostanziale stabilità: 1,7 miliardi di euro il giro d’affari dei generici-equivalenti e 422 milioni le confezioni vendute nel canale farmacia. L’89% di queste è in classe A (rimborsata dal Ssn), che rappresenta anche l’82% del valore complessivo del comparto. Nel dettaglio, i generici-equivalenti valgono il 23,3% del mercato a confezioni e il 15,8% a valori; i farmaci brand a brevetto scaduto coprono il 64,2% delle confezioni vendute, mentre gli esclusivi (protetti o privi di equivalente) il 12,5%.
Permane un forte squilibrio territoriale: nel Nord Italia, i generici-equivalenti in classe A rappresentano il 40,4% delle unità vendute (34,4% a valori), contro il 24,3% del Sud (22,1%) e il 29,5% del Centro (26,9%). Trento, Lombardia e Piemonte guidano per quota di equivalenti, mentre Basilicata, Calabria e Campania restano in coda. E proprio nel Mezzogiorno si registra anche la spesa privata più elevata per l’acquisto del brand invece del generico rimborsabile: nel 2024, i cittadini italiani hanno versato complessivamente 1.034 milioni di euro per coprire tale differenziale, con picchi nel Lazio (16,3% della spesa SSN regionale) e Molise (15,8%).
Nel canale ospedaliero, il 65% delle cure è coperto da farmaci off patent, ma il mercato a valori continua a essere dominato dagli esclusivi (93,3% del totale), mentre i generici-equivalenti si fermano al 2,1%. «La concorrenza degli equivalenti ha generato oltre 6 miliardi di euro di risparmi dal 2012» ricorda Zagaria «Ssn e cittadini potrebbero trarne benefici ancora maggiori se l’utilizzo dei fuori brevetto e dei generici crescesse in modo omogeneo in tutte le Regioni».