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Farmaci scaduti: gli italiani si affidano sempre più alle farmacie per smaltirli

7 Febbraio 2025

Oltre un anno di sensibilizzazione ha dato i suoi frutti: la campagna “Non mi scadere sui farmaci”, promossa da Assosalute-Federchimica, ha raggiunto 9 milioni di italiani e ha rafforzato il ruolo delle farmacie come punto di riferimento per il corretto smaltimento dei medicinali scaduti. Più di un cittadino su cinque, infatti, si è rivolto al farmacista per ricevere informazioni su come smaltire correttamente i farmaci, un segnale che conferma il ruolo centrale della farmacia nella tutela della salute pubblica e dell’ambiente.

L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con Kiwi part of Uniting e monitorata dall’Istituto di ricerca The Fool, ha evidenziato un netto miglioramento nelle abitudini degli italiani: il 79% di chi ha visto la campagna ha dichiarato di aver modificato il proprio comportamento adottando pratiche più sostenibili. I contenitori dedicati nelle farmacie si confermano il canale principale per lo smaltimento, anche se la campagna ha contribuito ad aumentare del 10% l’utilizzo delle isole ecologiche, segno di una maggiore attenzione generale.

Un problema sottovalutato

Nel 2023, una ricerca condotta con Ipsos aveva rivelato una diffusa mancanza di conoscenza sulle corrette modalità di smaltimento: solo il 49% degli italiani era a conoscenza dell’esistenza dei contenitori dedicati, mentre il 47% sapeva che le farmacie potevano ricevere i farmaci scaduti. Tuttavia, oltre il 70% non ne conosceva le modalità precise. Una persona su quattro gettava l’intera confezione senza separare blister e scatola, mentre molti smaltivano erroneamente i medicinali liquidi nella plastica o nel vetro, dopo averne svuotato il contenuto nel lavandino.

Con un’ampia diffusione sui social media, la campagna ha cercato di colmare questa lacuna informativa, portando a risultati significativi: il 72% degli intervistati ha trovato il messaggio chiaro ed efficace, con un picco di apprezzamento del 98% tra gli over 55. Il passaparola si è rivelato un elemento chiave nella diffusione della consapevolezza, con il 71% dei partecipanti che ha condiviso le informazioni ricevute.

Cittadini più informati, ma c’è ancora da fare

Oltre alla maggiore attenzione nel conferire i farmaci nei contenitori dedicati, il 34% degli italiani ha iniziato a separare correttamente il confezionamento primario (blister e flaconi) dalla scatola esterna. Inoltre, il 48% ha scoperto che le isole ecologiche offrono un’alternativa di smaltimento.

Nonostante i progressi, permangono criticità, in particolare tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, la fascia meno informata: solo il 50% di loro adotta correttamente le pratiche di smaltimento. Anche la disponibilità e la prossimità dei contenitori restano un tema centrale per incentivare comportamenti più virtuosi.

«I dati di chiusura dimostrano che la campagna ha contribuito a un primo passo verso una maggiore consapevolezza ambientale, anche quando si parla di farmaci» commenta Michele Albero, presidente di Assosalute «tuttavia, affinché queste nuove abitudini diventino consolidate, è necessario un impegno continuativo in termini di informazione ed educazione, che copra l’intero ciclo di vita del farmaco: dall’acquisto consapevole alla corretta conservazione, fino a uno smaltimento rispettoso delle regole e dell’ambiente».