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Farmacia chiusa per covid riapre il tema delle vaccinazioni ai farmacisti

26 Febbraio 2021

Il caso di una farmacia chiusa due giorni fa a Portogruaro, in provincia di Venezia, perché tutti i dipendenti hanno contratto il covid riporta d’improvviso alla ribalta le ineguaglianze che nell’Italia lunga e stretta del federalismo sanitario hanno contraddistinto la vaccinazione dei farmacisti del territorio. Ineguaglianze non solo tra Regioni ma anche tra Asl dello stesso territorio: come rivela in una intervista al Corriere del Veneto il presidente di Federfarma regionale, Andrea Bellon, l’assessorato alla Salute aveva dato indicazioni perché si vaccinassero «tutti i farmacisti del sistema sanitario regionale», e così la maggior parte delle Asl ha chiamato soltanto i farmacisti ospedalieri, qualche altra invece ha somministrato il vaccino anche ai colleghi del territorio.

Il tema, in particolare, è quello della continuità del servizio e dell’assistenza farmaceutica alla popolazione. «C’è il rischio concreto che si verifichino altri casi» dice Bellon al quotidiano «è interruzione di servizio pubblico, chiediamo alla Regione di vaccinare al più presto il personale delle farmacie, laureato e non». Duro anche il commento che arriva da Farmacieunite: il caso di Portogruaro, si legge in una nota, avrebbe potuto essere evitato «se i farmacisti fossero stati considerati essenziali e di conseguenza vaccinati».

A essere scoperti però non sono soltanto i farmacisti del Veneto. In Sardegna, per esempio, si sta vaccinando in alcuni distretti della provincia del Sud Sardegna e nell’oristanese, ma a Sassari si dovrebbe iniziare soltanto nei prossimi giorni e a Nuoro la settimana a venire. Differenze da un’azienda sanitaria all’altra anche nella Capitale: alla Roma 2, come raccontano alcuni titolari, hanno cominciato a chiamare soltanto da un paio di settimane, altrove invece hanno già terminato il giro.

Situazione a macchia di leopardo anche in Toscana, dove  soltanto da alcuni giorni sono iniziate le vaccinazioni ai farmacisti, che inizialmente erano stati esclusi dalla prima fascia di priorità. E intanto, sui social sono in diversi tra i titolari a chiedersi se anche al personale non laureato della farmacia vada riconosciuta la stessa precedenza, dato che tutti possono avere contatti con i clienti. Anche in questo caso, dagli interventi dei singoli emerge una mappa a chiazze: in Calabria e Puglia, per esempio, sono stati vaccinati anche i collaboratori senza caduceo, in Sicilia rimangono al momento fuori come in Lombardia, dove Federfarma sta comunque insistendo con la Regione perché vengano inseriti il prima possibile.