«Le prove empiriche dei collaboratori di Milena Gabanelli sono eseguite in maniera sbagliata, gli esami in farmacia non sostituiranno mai quelli dei laboratori analisi, e davvero non è numericamente possibile che vi sia una lobby dei farmacisti tra Parlamento e Governo». Sono le parole con cui il presidente di Assofarm, Luca Pieri, commenta l’ultimo servizio della rubrica Dataroom del Corriere della Sera dedicato alla farmacia dei servizi. Secondo le farmacie comunali, in particolare, sono almeno tre le inesattezze contenute nell’articolo, e – dice Pieri – «la prima non è francamente accettabile».
Per spiegarla il comunicato di Assofarm cita FPress: «Un’analisi della testata rivela che “tra i due test intercorrano addirittura due settimane (il test in farmacia è stato effettuato il 7 novembre, l’analisi del sangue all’Asl il 21 novembre) e per di più sono stati effettuati in due momenti della giornata decisamente diversi (il prelievo di laboratorio è stato effettuato alle 9.21, il test in farmacia alle 18.09); ora e data, in altri termini, rendono ogni confronto tra i due risultati decisamente aleatorio».
Si ha la netta sensazione, riprende Pieri, «che il tutto sia stato compiuto con una certa faciloneria, e forse anche con un pizzico di impegno a produrre dati che sostenessero una tesi precostituita. In ogni caso, ci preme ricordare che gli strumenti di analisi che verranno utilizzati in farmacia subiranno severi controlli da parte degli ispettori Asl, come è sempre stato per ogni altro elemento tecnico presente nelle farmacie».
A questa debolezza di Dataroom, continua Assofarm, si aggiunge il fatto di non aver correttamente posizionato gli esami in farmacia all’interno di un più ampio processo diagnostico. «Abbiamo sempre sostenuto» continua Pieri «che gli esami in farmacia non potranno mai sostituire la precisione di quelli effettuati nei laboratori specializzati. In farmacia potremo fornire un’informazione di trend sulla salute del paziente, e in base a questo pre-dato si potrà valutare se approfondire le analisi o no. Stiamo parlando di un’operazione che alleggerirebbe i costi e le liste d’attesa, e permetterebbe di focalizzare l’impegno dei laboratori solo su chi ne ha veramente bisogno subito». Esattamente le stesse considerazioni espresse ieri da Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, nel nostro articolo.
Infine, «davvero non regge quella sorta di mezza parola sulla lobby dei farmacisti tra Governo e Parlamento. Come già detto in passato, alle due Camere sono presenti appena quattro farmacisti. Chiunque abbia frequentato gli affari romani sa che serve ben altra consistenza per influenzare le istituzioni. È la seconda volta che la nota giornalista sbaglia grossolanamente metodi e conclusioni sul nostro settore. La farmacia dei servizi è il risultato di studi scientifici, confronti politici e istituzionali che vanno avanti da quasi vent’anni. Potrà non essere perfetta, ma non è rispettoso analizzarla sotto la lente distorta dei pregiudizi e della superficialità. Speriamo di cuore che la Gabanelli torni presto ad occuparsi di farmacie, ma ci auguriamo che ci incontri e che legga i dati che saremo lieti di darle» conclude Pieri.