Le farmacie italiane rafforzano il loro ruolo di presidi sanitari di prossimità, ampliando l’offerta di servizi disponibili per i cittadini. È quanto emerge dal VII Rapporto annuale sulla Farmacia italiana, presentato ieri a Roma da Cittadinanzattiva e Federfarma. L’indagine, condotta tra settembre e dicembre 2024 su un campione di 1.600 farmacie e 1.200 cittadini, fotografa un settore in continua evoluzione, con un focus sulle prestazioni sanitarie erogate e sulla risposta ai bisogni della popolazione.
Secondo i dati raccolti, oltre il 73% delle farmacie è ormai coinvolto nella sperimentazione della Farmacia dei Servizi, una percentuale in crescita rispetto ai primi anni di rilevazione, quando il dato si attestava intorno al 60%. La tendenza conferma la transizione del comparto da punto di dispensazione del farmaco a centro sanitario territoriale capace di offrire prestazioni sempre più variegate.
Tra i servizi maggiormente diffusi, spiccano quelli legati alla telemedicina, con incrementi significativi negli ultimi cinque anni. Se nel 2018 solo il 10% delle farmacie offriva il telemonitoraggio della pressione arteriosa, oggi la percentuale supera il 70%. Analoga crescita per la telecardiologia, passata dal 28% al 76,5%. Parallelamente, si registra un forte incremento nella partecipazione delle farmacie agli screening per il tumore al colon-retto: dal 18% del 2018 si arriva oggi al 78,8%.
In aumento anche la disponibilità del servizio CUP per la prenotazione di visite ed esami, che nel 2024 raggiunge il 79,1% delle farmacie, rispetto al 63% del 2018. Un dato che testimonia l’importanza crescente delle farmacie come punto di riferimento per l’accesso alla sanità pubblica.
Tuttavia, permangono alcune criticità, come sottolinea Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva: «La transizione verso la farmacia dei servizi segna progressi, ma il processo non può ancora dirsi completato. Per consolidare questo modello, occorre potenziare il supporto all’assistenza domiciliare integrata e all’aderenza terapeutica, settori in cui il ruolo delle farmacie è ancora limitato». Non a caso, i dati mostrano che l’adesione dei farmacisti ai programmi di supporto all’aderenza terapeutica si ferma al 28,3%, con il 51,9% che lamenta ostacoli burocratici. Ancor più critico il dato sull’assistenza domiciliare, con un’offerta che nel 2024 scende al 6,5%, un valore inferiore persino rispetto al 7% del 2018.
Secondo Marco Cossolo, presidente di Federfarma, il consolidamento del modello della Farmacia dei Servizi passa anche dalla collaborazione con le istituzioni e le associazioni di cittadini: «Il Rapporto sulla farmacia italiana è lo strumento attraverso il quale ascoltiamo i bisogni della popolazione e raccogliamo le esperienze dei farmacisti per disegnare un’evoluzione sempre più mirata delle farmacie. L’obiettivo è costruire un percorso partecipato che metta realmente al centro la salute del cittadino».
La direzione, dunque, è tracciata: le farmacie sono sempre più presidio sanitario integrato nel Servizio sanitario nazionale. Il cammino verso un modello più strutturato, tuttavia, richiederà ulteriori passi avanti, soprattutto per garantire un accesso equo ai servizi su tutto il territorio nazionale.