Scelta e revoca del medico di famiglia, test diagnostici come lo screening del colon retto, vaccinazioni. Diversi tra i servizi che la bozza del ddl semplificazioni oggi all’esame del Consiglio dei ministri (secondo l’agenda di governo, quanto meno) sono già realtà in alcune regioni che hanno fatto da apripista, come Lombardia e Liguria. Per quest’ultima, ricorda la primazia una nota diffusa l’altro ieri dal governatore Giovanni Toti, che parla di provvedimenti «antesignani» per quanto riguarda «il cambio del medico, la distribuzione di dispositivi per il diabete, ma anche per la possibilità di effettuare in farmacia un elettrocardiogramma o un holter cardiaco con ricetta del Ssn». Con il ddl Semplificazioni, conclude Toti, il Governo «conferma che la direzione presa dalla Liguria negli ultimi anni in merito allo sviluppo della farmacia dei servizi è quella giusta», grazie anche alla collaborazione di Federfarma regionale.
Ma anche se non ha fatto comunicati, pure la Lombardia può legittimamente rivendicare un ruolo da battistrada. Nel caso del servizio di scelta e revoca del medico curante nelle farmacie, anzi, la “primogenitura” è più di Milano che di Genova: in Lombardia, infatti, risale al giugno 2022 l’intesa quadro e al 5 luglio la partenza effettiva, mentre in Liguria il via ufficiale è scattato il 10 luglio. Insomma, quanto meno siamo all’ex-aequo.
Sullo screening del colon retto, invece, la prima piazza può essere attribuita senza troppa fatica: «La sperimentazione dell’Asl 3 che verrà estesa poi a tutto il territorio regionale» dichiara Toti nel comunicato «prevede che nelle 159 farmacie aderenti l’utente possa ritirare il kit con cui partecipare alla campagna». Il pilota è partito a dicembre, in Lombardia invece è dal 2021 che il servizio viene proposto dalle farmacie in modo uniforme su tutto il territorio regionale, ma in alcune Asl sono più di 15 anni che la distribuzione dei kit è affidato ai presidi con la croce verde.
Sulla telemedicina, invece, è legittima la rivendicazione ligure. In Lombardia, infatti, le farmacie erogano da tempo le prestazioni di telemedicina in regime privato; sono ancora in corso, invece, le trattative con la Regione per il convenzionamento regionale, che hanno risentito della nomina del dg Welfare uscente, Giovanni Pavesi, alla direzione amministrativa dell’Aifa e del conseguente passaggio di consegne con il successore.
La conclusione cui arrivano il presidente Toti e il suo assessore alla Salute, Angelo Gratarola, nel loro comunicato – «la Liguria ha compreso prima di altri che le farmacie sono uno strumento strategico per raggiungere il cittadino e semplificare il suo rapporto con il sistema sanitario» – si attaglia dunque anche alla Lombardia. Basti ricordare, al riguardo, le parole espresse dal presidente Fontana due settimane fa, quando intervenne alla serata finale del Roadshow di Federfarma regionale “La Lombardia che vorrei”: «La farmacia dei servizi» è il suo pensiero «è destinata a crescere d’importanza in una Sanità che vuole essere sempre meno ospedalocentrica e più territoriale. Vogliamo quindi continuare a lavorare con i farmacisti, anche nella sfida del presente che è la digitalizzazione della sanità». Più chiaro di così.