Farmacia dei servizi, remunerazione e nuova convenzione. Vertono sugli stessi temi e lasciano trasparire la stessa delusione i due comunicati diffusi ieri da Farmacia Indipendente e Farmacieunite per fare il punto sui cantieri che interessano più da vicino i farmacisti titolari. Cominciamo dal primo: per il gruppo d’opinione fondato da Alfredo Orlandi e Alfonso Misasi, segretari regionali di Federfarma Abruzzo e Calabria, sui tre temi il bilancio del lavoro condotto finora dalla Federazione nazionale è negativo. «Gli investimenti in servizi sono andati ai medici di medicina generale» recita il comunicato di Farmacia Indipendente «la convenzione è ferma al palo anzi è “impantanata” – e la nuova remunerazione… boh», perché alla proposta inviata dal sindacato a metà ottobre Governo e Aifa non hanno ancora risposto.
In più, prosegue la nota, la Federazione osserva su tali questioni il più rigido silenzio, che «la stampa ufficiale» rispetta scrupolosamente e soltanto «pochi “rotocalchi”» osano violare. «Da mesi ormai» prosegue la nota di Farmacia Indipendente «le uniche notizie sono la “caccia al diabetico”, le ultime novità sulle terapie prostatiche, la lotta all’obesità e via discorrendo. Ma a chi giova tenere nascosto ciò che prima o poi si verrà a sapere?».
E così, nei vari social si discute sempre più di frequente di quanto ormai conti poco l’essere iscritti a Federfarma, considerata «una struttura (e non un sindacato) che non tutela, non arricchisce, non promuove, non coinvolge. E nelle nostre assemblee provinciali e regionali sempre più silenzio, un silenzio di chi vive solo di pane e Farmacia e prova solo grande sgomento non riuscendo più a capire l’orizzonte professionale».
Considerazioni non molto dissimili arrivano anche da Farmacieunite, il sindacato presieduto da Franco Gariboldi Muschietti. «Soltanto un mese fa» si legge nella nota «la remunerazione sembrava cosa fatta o quasi, almeno a prestar fede ai proclami dei dirigenti di Federfarma. Invece, il suo destino resta del tutto ignoto e niente si sa delle sorti della controversa proposta “mista”». Perplessità anche sul percorso della farmacia dei servizi, «presentata dai massimi rappresentanti della categoria più o meno come il sol dell’avvenire della farmacia e della professione». Il varo di fondi (36 milioni, ndr) e le linee guida della sperimentazione «sono oggettivamente risultati ottimi e vanno salutati positivamente», ma non proiettano la farmacia nella “pole position della corsa ai servizi”, come qualcuno ha sostenuto. In pista e in posizioni apparentemente migliori, infatti, ci sono i medici di famiglia, che hanno strappato la promessa di uno stanziamento di oltre 235 milioni, e gli infermieri, noi, che si stanno «muovendo su terreni più istituzionali, quelli della definizione del percorso verso l’istituzione dell’Infermiere di famiglia e di comunità, ormai in fase di concretizzazione».
Anche sul rinnovo della convenzione, prosegue la nota di Farmacieunite, «le cose non vanno proprio bene: è ormai noto – nonostante l’estrema parsimonia delle informazioni – che le trattative con la Sisac sono in stallo: o si firma la bozza di convenzione proposta dalle Regioni, oppure niente nuovo accordo». Per uscire dalle difficoltà, è la conclusione del sindacato, «le energie della categoria devono convergere e fare blocco», usando lo strumento del confronto dialettico per formulare «idee, intuizioni, esperienze, analisi e quant’altro possa rivelarsi utile a individuare e definire soluzioni praticabili e percorribili».