I vertici nazionali di Federfarma intervengano «tempestivamente» perché in Senato sia riscritto l’emendamento sul fatturato Ssn. Occorre inoltre che il tema venga messo all’ordine del giorno della prossima assemblea nazionale del sindacato, in programma dopodomani, e che sia convocata con «urgenza» un’assemblea del Sunifar. E’ quanto chiedono all’unanimità i delegati delle associazioni provinciali lombarde nella lettera che Federfarma Lombardia ha inviato stamattina alla Federazione. L’intervento scaturisce dalle analisi emerse nella seduta dell’assemblea regionale convocata ieri proprio per discutere dell’emendamento alla Manovra, che fissa regole uniche per il computo del fatturato Ssn (in sostanza, dal primo gennaio stanno dentro dpc, integrativa e ticket, restano invece fuori iva, sconti Ssn e compartecipazione sugli equivalenti): come si sottolinea nella lettera, le stime condotte da Federfarma Lombardia dicono che la nuova modalità di calcolo «causerà danni di notevole portata alle farmacie della regione». In particolare, sarebbero 250 circa le rurali e i piccoli esercizi che con le nuove regole rischiano seriamente di superare le soglie di legge (300mila e 450mila euro annui) e perdere quindi gli sconti agevolati. Ridotta, invece, la platea delle farmacie con fatturato sotto i 150mila euro che usufruirebbero dell’abolizione dello sconto ridotto dell’1,5%: non più di 150 esercizi, la metà dei quali però è di nuova istituzione e quindi rischia di perdere il beneficio non appena l’attività andrà a regime e il fatturato crescerà.
A fronte di tali stime, il giudizio dell’assemblea di Federfarma Lombardia sull’operato della Federazione nazionale è severo: con il parere del ministero della Salute del gennaio scorso e le azioni seguite a ruota per forzarne il recepimento, «il sindacato ha volutamente alzato l’attenzione sulle distanze che dividono le Regioni riguardo alle regole per calcolare il fatturato di riferimento, con un imprudente tentativo volto ad armonizzarle che molto probabilmente si ritorcerà contro le farmacie lombarde». Le stesse considerazioni, ricorda la lettera, erano già state espresse a febbraio dai delegati della Lombardia nel Consiglio delle Regioni, che avevano avvertito dei rischi cui si sarebbe andati incontro. «In quella seduta» spiega a FPress Clara Mottinelli, presidente del Sunifar per la Lombardia «io stessa espressi preoccupazione per i tentativi del sindacato nazionale di cercare l’uniformità sul fatturato Ssn. C’era il rischio che alla fine l’asticella sarebbe stata fissata verso il basso e questo è proprio ciò che poi è successo. Pagano le farmacie lombarde e a chi pensa che sia giusto essere messi tutti allo stesso livello ricordo che in Lombardia i titolari devono affrontare spese di gestione e d’impresa assai maggiori che nel resto d’Italia. Questa non è equità».
Anche per questo, il rimprovero che l’assemblea muove alla Federazione è esplicito: «La questione, fin dall’origine, avrebbe dovuto essere lasciata al livello regionale, senza sollevare nessuna problematica con gli organi nazionali». Di qui, dunque, le richieste messe nero su bianco nella lettera inviata a Roma: occorre che il sindacato intervenga urgentemente (la Manovra è al Senato per la seconda lettura) perché l’emendamento sul fatturato Ssn venga riscritto, in modo da portare fuori dal computo almeno dpc e ticket. Va poi fatto in modo che la questione venga affrontata nell’assemblea nazionale del sindacato, in programma il 13 dicembre, e infine va convocata un’assemblea del Sunifar, in modo da consentire alle farmacie rurali di discutere di un provvedimento che colpisce soprattutto loro. «E’ indispensabile pensare innanzitutto alle piccole farmacie» ricorda la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «questo emendamento, nella formulazione attuale, mette a serio rischio la sostenibilità di molti di questi esercizi, ai quali soltanto due giorni fa il ministro Grillo aveva rivolto il proprio pensiero».