Riceverà dal fronte delle Regioni una risposta quasi certamente corale il parere emanato la settimana scorsa dal ministero della Salute sulle regole con cui computare il fatturato Ssn delle farmacie territoriali. E’ la linea concertata la settimana scorsa dai dirigenti dei servizi farmaceutici al tavolo che assiste gli assessori regionali alla Sanità, riuniti nella Commissione salute della Conferenza delle Regioni: la coordinatrice del tavolo, Francesca Tosolini (direttore del Servizio assistenza farmaceutica del Friuli Venezia Giulia), provvederà a tracciare una mappa delle modalità con cui in ogni Regione viene definito il fatturato Ssn di riferimento. L’esito di tale ricognizione verrà poi portato in Commissione dove gli assessori tireranno le fila e valuteranno la linea da tenere.
Di più al momento non si riesce a sapere e tra i dirigenti dei servizi farmaceutici vige un riserbo strettissimo. E’ evidente però che la speranza che le indicazioni del Ministero vengano rapidamente recepite dai governi regionali si possono considerare già svanite. E poi, solo il fatto che si sia voluta avviare una ricognizione dell’esistente per poi lasciare agli assessori le scelte politiche dimostra che la voglia di conformarsi al parere della Salute non è poi così diffusa.
Anzi, c’è persino il rischio che l’intervento del dicastero si trasformi in un boomerang: una volta che avranno di fronte la mappa approntata dai loro dirigenti, infatti, gli assessori non potranno non riconoscere che la babele di conteggi con cui lungo lo Stivale si determina il fatturato Ssn non è ulteriormente tollerabile. Non è detto però che la Commissione deciderà per questo di sposare la linea ministeriale: potrebbe anche essere preferita una soluzione di compromesso, a metà strada tra le scontistiche più favorevoli alle farmacie e quelle più convenienti alle casse regionali. Che, come noto, sono in molti casi in carenza di liquidità.