Per Federfarma è tempo di riconoscere il principio che le farmacie non possono e non devono essere tutte uguali. Perché alle esigenze di salute poste da ogni comunità e da ogni territorio, le une diverse dalle altre, deve corrispondere un modello di farmacia dai contenuti professionali e dalle competenze differenti. E’ questo, in sintesi, il principio alla base dell’algoritmo presentato ieri a Roma nel libro scritto a quattro mani da Vittorio Contarina, vicepresidente di Federfarma nazionale, ed Erika Mallarini, docente della Sda Bocconi di Milano. Edito da Edra e intitolato #Cure2Care, il volume battezza a una formula matematica definita nel corso di una quindicina di consultazioni condotte in iro per il Paese con un centinaio di farmacisti. Un algoritmo, ha spiegato Mallarini, che raggruppa due categorie di indicatori: quelli del “Cure”, ossia competenza, urgenza, raggiungibilità ed empatia, e quelli del Care, cioè certificazione, assistenza, rete ed empowerment.
La sintesi che dà vita all’algoritmo consiste, per l’appunto, in una formula che permetterà di identificare quali farmacie sono in grado di rispondere alle diverse esigenze di salute che giungono dalla collettività. «Oggi» ha sottolineato la docente della Bocconi «nel settore sanitario non è più possibile essere generalisti; occorrono specifiche competenze approfondite per le diverse patologie e tipologie di prodotto».
L’algoritmo, in sostanza, consentirà di misurare e certificare le performance delle singole farmacie, allo scopo di dare valore tangibile al contributo che possono assicurare alla collettività e ai servizi sanitari. «La necessità» ha ricordato Contarina «è quella di rendere evidente dal punto di vista numerico, e quindi misurabile, il valore sociale ed economico della farmacia». Ma oltre a rendere trasparente performance e outcome, l’algoritmo consentirà anche alle farmacie di differenziarsi in base alle necessità dei singoli territori. Un processo che promette di essere prezioso soprattutto nel nuovo mercato della sanità privata e integrativa, dove fondi e operatori (le assicurazioni, per esempio) non hanno l’abitudine di convenzionare “all’ingrosso” (tutte le farmacie di una data provincia) ma di selezionare gli erogatori in base alle caratteristiche richieste. «I fondi» ha ricordato ancora Mallarini «stanno attraversando una fase di rilevante trasformazione, riassumibile nel passaggio di da una funzione classica di mero rimborso di un evento a una funzione di finanziamento e governo dei consumi di prestazioni».