Con gli attuali costi di carburanti ed elettricità, le aziende della distribuzione intermedia rischiano di non potere più garantire la disponibilità dei farmaci con l’attuale continuità. È l’allarme con cui ieri Federfarma Servizi ha accompagnato l’annuncio dell’istituzione di una propria unità di crisi per affrontare il momento di forte difficoltà in cui si trova il comparto. «Negli ultimi due anni e mezzo» spiega il presidente Antonello Mirone «abbiamo lavorato incessantemente per assicurare alle farmacie italiane la disponibilità di farmaci, vaccini e presidi per la pandemia, nonostante il nostro settore abbia dovuto affrontare importanti diseconomie. I recenti rincari mettono definitivamente a rischio la sostenibilità delle nostre società, senza interventi di sostegno a breve e lungo periodo, il nostro segmento sarà costretto a ridurre frequenza e rapidità delle consegne alle quali siamo tutti abituati».
Da febbraio 2020 a marzo 2022, continua Federfarma Servizi, le associate hanno effettuato circa 35 milioni di consegne e percorso oltre 350 milioni di chilometri e il carburante. E adifferenza di altri settori, le aziende della distribuzione intermedia non usufruiscono di alcuna agevolazione per l’acquisto del carburante. «L’aumento dei costi di trasporto, già difficilmente sostenibili all’inizio della pandemia, unitamente all’impennata dei costi energetici, sta mettendo irrimediabilmente in crisi la fornitura tempestiva di farmaci sul territorio nazionale» continua Mirone «senza interventi urgenti non sarà più possibile andare in farmacia e trovare tutto ciò di cui c’è bisogno».
Federfarma Servizi, di conseguenza, «rinnova l’appello già presentato al Governo e alle autorità competenti a marzo di quest’anno: l’istituzione di un tavolo tecnico per introdurre immediatamente misure economiche congiunturali e strutturali in grado di salvaguardare il servizio pubblico».