In tre anni sono più di due miliardi i farmaci forniti alle farmacie dalle società della distribuzione intermedia governate dai farmacisti. Ai quali vanno aggiunti sei milioni di vaccini, 25 milioni di tamponi e test Covid, 175 milioni di mascherine e 600 milioni di parafarmaci e dispositivi medici. I numeri arrivano da Federfarma Servizi, che a 36 mesi esatti dall’inizio della pandemia fa di nuovo il punto sui numeri del comparto.
«Durante la pandemia» ricorda in una nota l’associazione, che rappresenta 18 aziende con circa 3.500 farmacie socie dirette «il settore ha lavorato senza sosta e senza alcuna riduzione del ritmo del servizio per rispondere all’emergenza sanitaria. A distanza di tre anni, tuttavia, i rincari di energia e carburanti e l’aumento dei costi finanziari ne mettono seriamente a rischio la sostenibilità».
«L’emergenza pandemica» spiega il presidente di Federfarma Servizi «è stata un pressure test anche per i nostri addetti, che hanno lavorato incessantemente dietro le quinte. Si pensi solo al reperimento di mascherine, tamponi e farmaci per il virus Sars-Cov-2 in aggiunta alle ordinarie necessità quotidiane. Solo nel triennio 2020-2023, i distributori intermedi affiliati a Federfarma servizi hanno effettuato quasi 50 milioni di consegne».
Oltre ai problemi già citati, oggi il settore deve fare i conti con la carenza di diversi farmaci, originata da squilibri di sistema negli approvvigionamenti internazionali: «È ora che il nostro ruolo esca dall’ombra» riprende Mirone «siamo in attesa dal 2010 di una riforma della remunerazione, oggi ancora più urgente alla luce dei costi di carburante ed energia e del pesante incremento dei costi finanziari».
Federfarma Servizi, conclude la nota, ha costituito nel 2022 un’unità di crisi per affrontare l’emergenza e ha da tempo richiesto un incontro urgente al Ministro della Salute Schillaci. «Siamo già in estremo ritardo, è indispensabile affrontare questa emergenza sul piano dell’azione politico-istituzionale».