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Ferrovie, intesa con Federfarma e Fimmg per le “Stazioni della salute”

15 Dicembre 2023

Qualcuno di certo le chiamerà le “Stazioni della salute”. Quelle del gruppo Ferrovie dello stato, che nel giro di qualche giorno ha firmato due intese, con Federfarma e Fimmg (medici di famiglia), dirette a trasformare le stazioni «da luoghi di semplice transito in centri di assistenza sanitaria».

Con entrambi gli accordi, infatti, Ferrovie si impegna a mettere a disposizione «gli spazi delle stazioni o dei propri fabbricati non più utilizzati», dove le farmacie del territorio potranno erogare «servizi sanitari di prossimità, in particolare nei piccoli centri che più hanno bisogno di tali prestazioni».

Da parte sua, Fimmg segnalerà gli ambiti territoriali nei quali c’è maggior bisogno di offerta di servizi sanitari di prossimità, identificando i requisiti di idoneità tecnica e igienico sanitaria dei locali affinché possano essere utilizzati al meglio, anche in relazione a servizi di telemedicina e soluzioni Digital health.

«Questo progetto sarà utile per estendere i servizi di telemedicina attraverso una connessione digitale efficace ed efficiente» commenta Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale «superando il digital divide che ancora oggi si registra in talune aree del Paese e rende difficoltosa la fruizione dei servizi sanitari digitali. Le attività previste dal protocollo d’intesa costituiranno, inoltre, un ulteriore passo in avanti in favore di una maggiore equità di accesso ai servizi sanitari anche nelle aree più interne».

«Questo protocollo d’intesa» osserva Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg «ha il merito di coniugare la capillarità delle stazioni alla naturale vocazione all’assistenza di prossimità che contraddistingue da sempre il medico di medicina generale. Non è un caso che il progetto pilota nasca in aree comprese in comuni sotto i 15 mila abitanti, contrastando il rischio di una desertificazione sanitaria. Da sempre la medicina generale si caratterizza come medicina di iniziativa, capace di far fronte in modo proattivo a problemi che sistemi di dipendenza non possono affrontare in tempi altrettanto rapidi, come ha dimostrato anche la crisi pandemica».