In due anni, tra il 2021 e il 2023, sono cresciute di circa un milione le confezioni di farmaci Pht ed ex-Osp2 che la Regione Lombardia ha fatto passare dal circuito della distribuzione diretta a quello della dpc, per una spesa complessiva che è passata nel triennio da quasi 282 a 321 milioni di euro. I dati sono quelli che Ida Fortino, dirigente del Servizio farmaceutico regionale e componente della Commissione tecnico-economica dell’Aifa, ha presentato intervenendo (in videocollegamento) alla conferenza stampa organizzata ieri a Roma dal ministero della Salute per presentare la nuova remunerazione delle farmacie, in vigore dall’inizio del mese.
I numeri presentati da Fortino hanno lasciato il segno, perché hanno dato la misura delle scelte che contraddistinguono una Regione in cui da sempre la distribuzione dei farmaci attraverso le farmacie del territorio viene preferita a quella delle farmacie ospedaliere. «Per noi» ha rimarcato la dirigente del Servizio sanitario lombardo «la via più comoda per portare i farmaci al paziente è la farmacia».
Coerenti con tale indirizzo tutte le scelte adottate dalla Regione negli ultimi anni: «Abbiamo fatto transitare dalle farmacie i farmaci per l’epatite B e la talassemia» ha detto Fortino «e stiamo studiando di fare lo stesso anche con i farmaci biologici per il trattamento della psoriasi, considerato che i pazienti sono spesso giovani e in farmacia trovano un ambiente più confidenziale».
Quanto poi al monitoraggio dei trattamenti per assicurare l’appropriatezza, Fortino ha rivelato che sono in corso valutazioni per utilizzare a tale scopo la televisita in farmacia, anche se resta da superare il delicato nodo della compresenza di medico e farmacista, che la legge vieterebbe. «In ogni caso» ha concluso Fortino «noi continuiamo a spingere sulla farmacia perché si tratta del presidio che assicura la maggiore prossimità per il paziente».