«Tutelare il diritto alla salute significa, tra le altre cose, garantire un accesso agevole al farmaco. Con questa iniziativa puntiamo a un’operazione di verità: portare alla superficie i disservizi generati dalla distribuzione diretta con una ricognizione a tutto campo che coinvolgerà tutti i soggetti interessati». Sono le parole con cui Marcello Gemmato (Fdi) spiega gli obiettivi dell’indagine conoscitiva sul doppio canale deliberata nei giorni scorsi dalla commissione Affari sociali della Camera, sulla base di una deliberazione che lo ha visto come principale promotore.
Gemmato, un paio di anni fa era riuscito a far approvare alcuni emendamenti che, nel quadro dell’emergenza pandemica, consentivano alle Regioni di passare in dpc i farmaci della diretta. Ora questa indagine conoscitiva. Si deve dedurre che gli sforzi per superare il doppio canale ancora non hanno dato risultati?
Questa è innanzitutto una battaglia di verità: la distribuzione diretta genera disservizi che si scaricano sulle spalle dei cittadini, perché i centri ospedalieri di dispensazione non hanno la capillarità delle farmacie del territorio e gli orari di apertura sono di gran lunga più ridotti. Nessuno vuole mettere in discussione il lavoro e la preparazione dei farmacisti ospedalieri, è una questione strutturale. Con gli emendamenti di due anni fa, avevamo fatto passare il principio che la dpc consente un accesso al farmaco di gran lunga più agevole della diretta. Ora vogliamo indagare su entità e ricadute dei disservizi generati dalla diretta.
E’ prevedibile che le Regioni si appelleranno ai risparmi che assicura la distribuzione tramite Asl e ospedali…
Questo è il motivo per cui venne varata la legge 405/2001. Ma da allora sono passati vent’anni e il prezzo medio dei farmaci è crollato, i presupposti di allora non ci sono più. Al contrario, è esperienza consolidata che la distribuzione diretta genera sprechi e soprattutto non favorisce la compliance, da cui costi che nelle valutazioni tra diretta e dpc andrebbero considerati.
I farmacisti ospedalieri della Sifo e del Sinafo hanno chiesto di essere sentiti nel corso dell’indagine, dicono che presenteranno dati e analisi…
Verranno tutti sentiti, anche le Regioni. Quando si incardina in Commissione unìindagine conoscitiva, ogni partito presenta la lista dei soggetti che vorrebbe audire. Tutti avranno la possibilità di esporre il proprio punto di vista.