«L’Unione europea deve svolgere un ruolo decisivo nel sostenere la produzione in Europa di principi attivi farmaceutici e medicinali finiti, con politiche ambiziose che considerino prioritaria la disponibilità dei farmaci per i pazienti». A sostenerlo in una nota diffusa ieri l’Associazione europea dei produttori di farmaci equivalenti e biosimilari, Medicines for Europe, e l’Associazione europea della chimica fine, European Fine Chemicals Group. La comunicazione anticipa di un giorno la riunione del Consiglio Ue per la competitività, in programma oggi a Bruxelles, dove si discuterà la richiesta di avviare una discussione urgente in materia di aiuti di Stato alla farmaceutica.
«Diversi studi recenti sullo stato della produzione di settore in Europa» ricorda la nota «evidenziano che pur essendo presente una forte base industriale, una parte significativa della produzione di materie prime si è spostata in Asia, dove i costi di investimento e operativi sono inferiori del 20-40%, principalmente a causa dei minori costi di manodopera e ambientali. Un altro fattore chiave dell’offshoring sono le politiche di prezzo insostenibili in Europa, che non forniscono alcuna prevedibilità per i produttori e incoraggiano una “corsa al ribasso” senza premiare gli investimenti». Prezzi insostenibili e politiche economiche del massimo ribasso, prosegue la nota, risultano particolarmente penalizzanti per i medicinali fuori brevetto.
Per invertire la tendenza, Medicines for Europe ed European Fine Chemicals Group propongono quindi un “pentalogo” di interventi diretti a supportare la produzione del comparto: