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Gianfrate: sfusi e monodose? Il sospetto è che i rischi siano maggiori dei benefici

11 Aprile 2019

Non si può dire che tra gli esperti raccolga consensi unanimi l’annunciato progetto dell’Aifa per la vendita dei farmaci sfusi. Tra gli scettici Fabrizio Gianfrate, farmacoecomista e docente di economia sanitaria, che a FPress elenca tutti i suoi dubbi.

Gianfrate, quello dei farmaci monodose o sfusi è un tema che torna periodicamente d’attualità…
Proprio così. E io mi chiedo che cosa si aspettano da misure di questo genere coloro che le propongono.

Di solito, si dice che serve a ridurre gli sprechi e anche la spesa farmaceutica…
Dubito fortemente che monodosaggi o dispensazioni in bulk, cioè “all’americana”, diano questi risultati. In ogni caso resta l’errore di sempre, e cioè si buttano sul tavolo proposte senza che prima si sia fatta una seria analisi sulla realizzabilità degli obiettivi, sui costi e benefici di tali provvedimenti.

L’Aifa ha detto che farà una sperimentazione…
Andrebbero fatte valutazioni già prima. Dovrebbero pretenderlo pure le farmacie che verranno coinvolte: la dispensazione in pillole sfuse imporrà cambiamenti consistenti nella loro organizzazione interna e nel rapporto con i pazienti, sarebbe opportuno chiedere che prima di mettere in campo le misure ipotizzate se ne verificassero attentamente le basi.

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, due dei Paesi dove si fa dispensazione sfusa, ci sono studi che mettono in guardia sui rischi connessi a tale modalità…
Forse dovremmo chiederci perché la maggior parte dei Paesi preferisce la dispensazione in confezioni preblisterate. I blister danno evidenti garanzie di igiene, e poi diventa più facile l’identificazione dei lotti.

Altre ricerche, poi, hanno rivelato che la dispensazione in bulk aumenta le probabilità di errori…
Nei pazienti cronici, che spesso sono anche anziani, i rischi di perdita dell’aderenza terapeutica crescono sensibilmente, perché le pillole sarebbero distribuite in tubetti tutti uguali con nome del farmaco e posologia stampata su un’etichetta adesiva. E poi ci sono i rischi di errore professionale, nel conteggio delle unità posologiche da somministrare. Chi pensa che la dispensazione sfusa riduca gli sprechi, dovrebbe andare a visitare un impianto di produzione per vedere quanti protocolli di verifica devono essere rispettati per assicurare la conformità delle confezioni in uscita.

In sostanza, sfusi e monodose no grazie…
La sintesi è semplicissima: il razionale per cui si perseguono questo genere di proposte, cioè che così si ottengono meno sprechi e più risparmi, è tutto da dimostrare. Il sospetto, anzi, è che i rischi siano ben maggiori dei potenziali benefici.