Un italiano su dieci si è procurato l’ultimo antibiotico che ha assunto senza ricetta medica, contro una media europea dell’8%. E il 27% dei nostri connazionali, il 23% nell’Ue, ha usato nell’ultimo anno un antibiotico orale. Sono alcuni dei dati che arrivano dall’indagine sulla resistenza antimicrobica condotta da Eurobarometro alla vigilia della Giornata europea degli antibiotici, che si celebra oggi nell’Ue.
La fotografia d’insieme che ne emerge è incoraggiante, perché la media dei consumi negli ultimi dodici mesi è la più bassa dal 2009 a questa parte. «Questo risultato» commenta la Commissione europea in una nota «dimostra che il lavoro svolto dagli Stati membri e dalla Commissione per contribuire a sensibilizzare i cittadini sui rischi di un uso eccessivo degli antibiotici sta dando frutti».
Restano però diverse ombre: solo un intervistato su due sa che gli antibiotici non sono efficaci contro i virus e solo tre europei su dieci sanno che l’uso non necessario di antibiotici li rende inefficaci e contro i raffreddori sono inutili.
In occasione della ricorrenza anche l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha messo sul tavolo i suoi dati: in tutta l’Unione europea, si registrano ogni anno più di 35mila decessi dovuti a infezioni resistenti agli antibiotici, con costi supplementari per i servizi sanitari e la collettività di 1,5 miliardi di euro. Nel complesso, tra il 2017 e il 2021 si è registrato anche un aumento del numero e della proporzione delle segnalazioni di infezioni invasive da Klebsiella pneumoniae e acinetobacter, che sono resistenti ai carbapenemi, un gruppo di antibiotici spesso utilizzati come farmaci di ultima linea il cui consumo ospedaliero è aumentato del 34% tra il 2012 e il 2021.
Nel primo semestre del 2023, continua la nota, la Commissione intensificherà la sua azione sulla resistenza antimicrobica con una proposta di raccomandazione nell’ambito di una revisione della legislazione farmaceutica dell’Ue. Nel corso del 2023 l’Unione avvierà un’azione congiunta con gli Stati membri, la Norvegia, l’Islanda e l’Ucraina sulla resistenza antimicrobica, finanziata con 50 milioni di euro nell’ambito del programma Eu4Health.
Anche l’Aifa farà la sua parte. In una conferenza stampa convocata ieri, l’Agenzia ha annunciato la prossima pubblicazione di nuove raccomandazioni sull’uso ottimale degli antibiotici, destinati alla medicina territoriale e ospedaliera e focalizzati sulle terapia mirate delle infezioni causate da batteri resistenti a multipli antibiotici. Inoltre, verrà tradotto in italiano l’AWaRe Antibiotic Book, appena presentato dall’Oms. «Una una versione ridotta del volume» ha siegato il dg dell’Aifa, Nicola Magrini «sarà destinata alla medicina generale e a quella pediatrica, che approfondirà dieci sindromi infettive più frequenti d’interesse per il nostro Paese, e i cui contenuti saranno fruibili anche tramite App». L’Italia, ha continuato Magrini, «è purtroppo maglia nera per le resistenze ospedaliere, il tasso di resistenza agli antibiotici è sette volte maggiore di quello della Scandinavia e siamo al quinto posto tra i Paesi ad alto reddito per indice di resistenza a questi medicinali dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna».