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Gismondo (Ospedale Sacco): nella pandemia farmacie vicine alla gente

18 Novembre 2021

Durante la pandemia i farmacisti sono rimasti in prima linea quando la medicina di famiglia è scomparsa. L’hanno sostituita e sono stati vicini alle persone che non trovavano nessun altro con cui parlare, e questa circostanza non è stata riportata a sufficienza dai media, il che è un’ingiustizia. Parole di Maria Rita Gismondo, direttore di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, ospite ieri sera del convegno organizzato dalla Fondazione Muralti per fare il punto sulla pandemia e sulla sua evoluzione nei mesi a venire.

Ad aprire i lavori la presidente della Fondazione e di Federfarma Milano, Annarosa Racca, che ha ricordato l’impegno con cui i farmacisti continuano a fare la loro parte nell’emergenza sanitaria. «Da febbraio a oggi le farmacie lombarde hanno effettuato più di 5 milioni di tamponi antigenici» ha detto «non si può che ringraziare tutti i colleghi per gli sforzi e il sacrificio profusi in questi due folli anni di pandemia, nei quali siamo stati subissati di ordinanze e decreti spesso contraddittori perché ci siamo trovati tutti di fonte a uno scenario del tutto nuovo».

Ora l’impegno principale delle farmacie è rappresentato dalla vaccinazione covid e dalla campagna di tamponi antigenici, che i farmacisti sfruttano per cercare di convertire qualche no-vax alla vaccinazione. «Convincerli però è difficilissimo» ha osservato Racca «non si riescono a scalfire le loro certezze».

«Non tutti sono categoricamente contro i vaccini» ha osservato Gismondo «una parte è scettica soltanto verso i vaccini covid, e una parte della colpa va data agli errori di comunicazione commessi inizialmente: è stato detto che erano sicuri al di là di ogni dubbio, così quando è venuto fuori qualche caso di reazione avversa fatale molte persone si sono fatte scettiche. Sarebbe stato meglio essere più cauti».

Qualche responsabilità va addebitata anche al Comitato tecnico-scientifico, il panel di esperti che assiste Governo e ministero della Sanità dall’inizio dell’emergenza. «All’interno non c’è nessun virologo e questa è una mancanza incomprensibile» ha osservato Gismondo.

Tra le cose buone che si sono viste durante la pandemia, invece, va annoverato senz’altro il ruolo delle farmacie. «I farmacisti sono rimasti lì ad aiutare la gente quando i medici di famiglia sono scomparsi» ha continuato Gismondo «io sono un medico ma va riconosciuto, senza ovviamente dimenticare i morti che abbiamo avuto nella mia professione».

La virologa ha quindi ripercorso le tappe della pandemia, dai primi allarmi – non perfettamente compresi dalle autorità sanitarie internazionali – alle misure di emergenza adottate nella primavera 2020 fino alla campagna vaccinale partita all’inizio di quest’anno e all’ondata infettiva di questi giorni. «Ci sono ancora diversi motivi di preoccupazione» ha osservato «però sappiamo del virus molto più di quello che conoscevamo un anno fa e abbiamo parecchie certezze che ci fanno guardare al domani con cauto ottimismo». Il convegno potrà essere rivisto via video dal sito della fondazione Muralti a partire dai prossimi giorni.