Le notizie provenienti dalla commissione Bilancio del Senato sugli emendamenti alla Manovra che farebbero della spesa farmaceutica convenzionata il bancomat degli acquisti diretti rendono ancora più urgente mettere in moto il programma sancito dal cosiddetto “Patto di Genova”. E’ la considerazione con cui il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, commenta a FPress gli ultimi aggiornamenti da Palazzo Madama.
Presidente, tra gli emendamenti segnalati ai partiti ce ne sono due che rischiano di togliere alle farmacie quell’avanzo sulla convenzionata che per voi e Federfarma dovrebbero sostenere la riforma della remunerazione. Preoccupati?
L’iter della Manovra è appena iniziato, ci sarà il tempo per cercare di fermare quelle proposte e recuperare, invece, gli emendamenti sulla remunerazione sperimentale con spostamento di farmaci dal Pht alla convenzionata, tra i quali c’era anche una proposta da noi sostenuta.
Questa proposta era il tentativo di tradurre subito in realtà il progetto che avete presentato la settimana scorsa a Genova, alla V Giornata nazionale delle Farmacie comunali, giusto?
Esatto. L’iniziativa nasce dalla convinzione che occorra rimettere subito in moto la riforma della remunerazione. Considerato che i medici di famiglia possono prescrivere già oggi alcuni farmaci sottoposti a piano terapeutico come i nuovi antidiabetici, la proposta è quella di affidare alle farmacie del territorio la distribuzione di questi medicinali, per assicurare aderenza alla terapia e presa in carico. Si tratterebbe di lanciare una sperimentazione su scala nazionale, con una remunerazione specifica limitata alla sola quota fissa.
Decisa dalle Regioni?
Assolutamente no, deve passare il messaggio che non è più sostenibile un sistema in cui ogni regione ha le sue tariffe.
E da chi allora?
La nostra proposta, che rappresenta poi il nucleo del Patto di Genova, è quella di mettere in piedi un gruppo di lavoro costituito da esperti che traduca il progetto in un programma di fattibilità, da sottoporre poi alle istituzioni.
Si profilano tempi lunghi…
Al contrario invece, vogliamo procedere il più speditamente possibile: dev’essere un progetto da avviare in tempi serrati, primo perché occorre sfruttare l’attenzione che la farmacia si è guadagnata nella pandemia e secondo perché, come detto, dev’essere il motorino di avviamento con cui far ripartire la riforma della remunerazione.
Già ma gli emendamenti alla Manovra che hanno passato il vaglio dei partiti…
Una ragione di più per accelerare il passo. Il Patto di Genova diventa ora ancora più importante, per fare in modo che le risorse della convenzionata rimangano nelle disponibilità delle farmacie anziché andare a compensare in parte lo sfondamento degli acquisti diretti. A questo punto è fondamentale cistituire il prima possibile il gruppo di lavoro.