Più di due milioni di confezioni spostate dalla distribuzione diretta-dpc alla convenzionata, con un risparmio per il Ssn di quasi 10 milioni di euro grazie alla nuova remunerazione delle farmacie. È il bilancio della riclassificazione (delle gliptine) disposta nella primavera scorsa dall’Aifa in ottemperanza al comma 224 della Legge di bilancio 2024, che prescriveva l’aggiornamento annuale del Pht con il passaggio alla classe A dei farmaci di uso consolidato. Una norma che già nelle prossime settimane dovrebbe concretizzarsi in una seconda “lenzuolata”, probabilmente concentrata sulle gliptine.
«Lo scorso anno avevamo definito il comma 224 epocale» ha detto il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, aprendo l’incontro «oggi possiamo dire con certezza che lo è stato davvero: abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa».
I dati dell’Aifa confermano poi che la riclassificazione non ha fatto bene soltanto agli assistiti (che anziché recarsi in farmacia due volte per ritirare il farmaco in dpc passano una volta soltanto) ma anche al Ssn: nel periodo che va da maggio a novembre, le farmacie del territorio hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di gliptine, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro (che deriva principalmente dalla nuova remunerazione delle farmacie, come dimostra la tabella dell’Aifa).
«Con questa misura» ha detto Gemmato «abbiamo reso il sistema più sostenibile, senza costi aggiuntivi per i cittadini e con vantaggi concreti per tutti gli attori coinvolti». Le nuove disposizioni, ha aggiunto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, costituiscono un banco di prova della capacità del Ssn di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute dei cittadini.
Soddisfazione anche dai farmacisti. L’accessibilità del farmaco, ha detto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute e per la sostenibilità del sistema e i dati confermano come una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver. Da Marco Cossolo, presidente di Federfarma, è invece arrivata la disponibilità a collaborare con le istituzioni per consentire l’erogazione di alcuni medicinali, attualmente distribuiti nel canale della diretta, ai pazienti affetti da malattie rare, in modo gratuito, da parte delle farmacie di comunità.
Tutti contenti allora? No, perché dai rappresentanti delle Regioni che hanno aprtecipato all’incontro qualche dissonanza è emersa. In particolare quella di Giovanna Scroccaro, direttore del Servizio farmaceutico del Veneto, che anziché felicitarsi per i risparmi stimati dall’Aifa ha messo le mani avanti sulle riclassificazioni a venire: «Se vogliamo mettere a regime queste riclassificazioni» ha detto «va trovato il modo di garantire alle Regioni che gli attuali risparmi assicurati dalla distribuzione diretta rimangano. E questi risparmi, oggi, discendono dai ribassi provenienti dalle gare di acquisto centralizzate e dagli sconti confidenziali; questi ultimi, in caso di riclassificazione, li conserviamo, i ribassi delle gare no. Servirebbe quindi prevedere un meccanismo che istituzionalizzare anche questi risparmi, per esempio sui prezzi al pubblico (con ricadute, però, anche sulla remunerazione delle farmacie, ndr)».
Per fortuna, ha ricordato i costi occulti della diretta Roberto Migliore, il presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere): «Dalla misura delle riclassificazioni» ha detto «vincono anche le Asl, perché la distribuzione diretta comporta costi logistici e di personale che è sempre più difficile sostenere». Quello che le farmacie dicono da anni.