Il decreto semplificazioni comincerà lunedì l’esame dell’aula di Palazzo Madama dopo il via libera delle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici, che hanno licenziato ieri il testo dopo aver approvato gli ultimi emendamenti. Tra questi, spicca la proposta di modifica 9.0.500, che recepisce l’accordo sul payback raggiunto all’inizio della settimana da Regioni e Farmindustria: l’Aifa, dice in sintesi il testo, dovrà verificare entro il 30 aprile che le aziende farmaceutiche abbiano versato i 2,4 miliardi relativi al ripiano degli sfondamenti sulla spesa farmaceutica ospedaliera per gli anni 2013-2017, detratte le somme già versate dalle singole imprese. I soldi, chiarisce ancora l’emendamento, verranno poi ripartiti tra le Regioni in base ai conteggi di ciascuna.
L’intesa Regioni-Farmindustria, come si ricorderà, faceva anche cenno a un riequilibrio dei tetti sulla farmaceutica per allinearli ai valori della spesa storica, che in soldoni significherebbe togliere un po’ di risorse alla convenzionata e per darle agli acquisti diretti, ossia ospedaliera più dd-dpc. Nell’emendamento sul payback non c’è traccia di tale intervento, che appare però nel Piano di attività dell’Aifa per il 2019 trasmesso ieri dal ministero della Salute alle Regioni. Il documento elenca le raccomandazioni che il dicastero rivolge all’Aifa perché possano essere attuati gli obiettivi programmati per quest’anno dal Piano triennale 2017-2019 dell’Agenzia del farmaco; è facoltà del Ministro integrare il testo con osservazioni o proposte e Grillo si è avvalsa di tale possibilità per riversare nel testo alcune misure del documento sulla governance farmaceutica presentato a dicembre.
In particolare, il Ministro suggerisce che nell’attività programmata dall’Aifa per «ottimizzare le risorse disponibili», l’Agenzia valuti la possibilità di un «aggiornamento periodico dell’ammontare dei tetti di spesa in relazione all’evoluzione del settore farmaceutico». E non solo: a proposito di equivalenza terapeutica (e di gare regionali che mettono in concorrenza tra loro molecole differenti), il Ministero propone di integrare le istruzioni già fornite all’Aifa con un ulteriore paragrafo che impegni l’Agenzia ad «assicurare con tempestività e con tempi definiti il supporto alle regioni con riferimento alla richiesta di parere su equivalenza terapeutica tra medicinali contenenti diversi principi attivi». Ciliegina sulla torta, rispetto all’obiettivo assegnato all’Aifa di «ottimizzare le risorse pubbliche destinate al settore farmaceutico», il Ministero inserisce l’indicazione di «rafforzare la possibilità di erogazione in distribuzione diretta o per conto, a seconda del modello organizzativo adottato dalle Regioni, congiuntamente a modalità di approvvigionamento più competitive dei farmaci stessi». Il linguaggio è un po’ burocratico, ma il senso si coglie benissimo.