Servirà una comunicazione a tappeto, magari in collaborazione anche con le farmacie, per attuare quest’autunno quella vaccinazione antinfluenzale di massa che da più parti si invoca. Lo fanno capire i numeri diffusi ieri dal ministero della Salute sulle coperture vaccinali raggiunte nella stagione 2019/2020: nella popolazione generale, il tasso arriva al 16,7% ogni cento abitanti, in crescita di quasi un punto rispetto alla stagione precedente; nella fascia anziana (65 anni e più) la copertura si ferma invece al 54,6%, anche in questo caso in aumento di circa un punto rispetto alla stagione precedente.
Il nostro Paese, in ogni caso, resta ben distante dai valori ottimali indicati dall’Oms, che per la sola popolazione anziana raccomanda un tasso ottimale del 75% e consigliato del 90%. La stagione in cui l’Italia più si era avvicinata al traguardo è quella del 2005/2006, quando gli anziani vaccinati arrivarono al 68,3% della popolazione over64. Da quell’anno la copertura è progressivamente calata fino al 48,6% del 2014/2015, quindi è tornata a progredire.
Ci sarà dunque da lavorare per riuscire ad attuare quanto suggerisce la Circolare del ministero della Salute con le raccomandazioni per la prossima stagione influenzale, che raccomanda la vaccinazione dell’intera popolazione per agevolare la diagnosi differenziale di covid. E intanto, sui social frequentati dai farmacisti c’è chi riferisce di pre-ordini per i vaccini tri e quadrivalente (destinati all’acquisto privato, ovviamente) congelati o respinti dalle aziende produttrici, cui sarebbe stato detto di dare precedenza alle forniture pubbliche. Nei giorni scorsi, in teleconferenza, il consiglio di presidenza di Federfarma ha concordato con i presidenti regionali del sindacato una serie di interventi nei confronti delle istituzioni e dell’industria.