Cauta soddisfazione lato distributori, diffuso malcontento lato industria. Continuano a far discutere le misure sulla spesa farmaceutica disposte dalla legge di bilancio per il 2025 messa a punto dal Governo e ora in attesa di esame alle Camere. Sotto i riflettori, in particolare, la misura che riduce dal 66,65 al 66% il margine dell’industria sul farmaco (prezzo al pubblico) e incrementa dal 3 al 3,65% quello dei grossisti. Contro questa “partita di giro” si erano già espressi l’altro ieri Farmindustria ed Egualia con un comunicato congiunto, oggi l’associazione dei genericisti torna sulla questione con una nuova nota stampa ancora più piccata. «Siamo profondamente sconcertati» scrive il presidente Stefano Collatina «a nulla sono serviti gli allarmi ripetuti sull’urgenza di misure che garantiscano sostenibilità al comparto farmaceutico e creino le premesse per contrastare l’inevitabile fenomeno delle carenze. La manovra va in un’altra direzione. Lo abbiamo spiegato stamattina nel corso di un incontro con il sottosegretario Gemmato: questa è una riduzione dei prezzi ex factory dei nostri farmaci dopo che da tre anni stiamo sperimentando crescenti difficoltà a sostenere industrialmente tutti i farmaci critici per le terapie croniche. Se noi non saremo nelle condizioni di tenere in commercio i farmaci a rimetterci alla fine saranno i cittadini».
Egualia lamenta poi l’assenza di provvedimenti che alleggeriscano il payback sulla farmaceutica convenzionata (1,83% sul prezzo al pubblico versato alle Regioni). «Meno di una settimana fa, alla presentazione del Rapporto annuale di Nomisma sul settore degli equivalenti» osserva Collatina «le istituzioni hanno riconosciuto l’urgenza di intervenire ed ora ci ritroviamo a parlare di una riduzione del prezzo ex factory. Nessuno mette in dubbio le legittime istanze della distribuzione ma non possiamo accettare che tale sostegno arrivi a discapito delle nostre imprese, quelle stesse che continuano a garantire risparmi costanti all’Ssn e sono rimaste spesso le uniche fornitrici di farmaci essenziali per le terapie croniche. Sono misure destinate ad incidere nella carne viva delle aziende di farmaci fuori brevetto che già oggi vedono i propri margini ridotti al limite» conclude Collatina «di questo passo i distributori si troveranno ad avere sempre meno farmaci da distribuire. Speriamo che la politica riesca a comprenderlo ed inverta la rotta».
Clima opposto si respira tra i distributori, anche se commenti e considerazioni sono rinviate all’approvazione definitiva della Legge di bilancio (nella consapevolezza che l’iter parlamentare sarà lungo e incerto). Intanto arrivano alcuni chiarimenti sulla disposizione che (all’articolo 57) viene incontro alle richieste dei grossisti: se lo scorporo dello 0,65% dovrebbe entrare in vigore già dall’anno nuovo, l’altra agevolazione (una quota fissa di 0,05 euro a confezione, limitatamente ai farmaci di fascia A distribuiti alle farmacie territoriali) entrerà in vigore aggiungendosi alla misura precedente soltanto dal 2026, con risorse stanziate al momento per quell’anno e il successivo. Tecnicamente, si tratterebbe di un contributo dello Stato alle spese operative sostenute dai distributori, come da tempo richiedono le associazioni di categoria. Ora non resta che seguire il percorso parlamentare del testo.