filiera

Manovra 2025, l’ira degli industriali per la norma sullo 0,65% ai grossisti

8 Novembre 2024

Nella versione attuale, la Legge di bilancio per il 2025 è «un attacco all’industria farmaceutica, a un comparto che è campione in Europa nella produzione». Lo ha detto il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, in un’intervista pubblicata ieri da Il Sole 24 Ore, nella quale il rappresentante degli industriali del farmaco conferma tutta l’insoddisfazione (per non dire risentimento) con cui il comparto ha accolto la bozza della Manovra inviata dal Governo alle Camere.

Due i principali motivi di insoffernza, come già Farmindustria ed Egualia avevano rilevato in un comunicato congiunto all’indomani della pubblicazione della bozza: primo, l’assenza di interventi per rifinanziare il tetto della spesa farmaceutica e/o rivedere il meccanismo del payback; secondo la disposizione che toglie agli industriali uno 0,65% sui loro margini di legge (dal 66,65 al 66%) per assegnarlo ai grossisti (dal 3 al 3,65%). In soldoni, verrebbe trasferito alla distribuzione l’1% dei ricavi delle industrie, per un taglio stimato di circa 150 milioni circa.

«A parole siamo un settore strategico per il Governo» insiste Cattani «ma poi nei fatti non è così». Ora, l’auspicio di Farmindustria è che la Manovra venga corretta in Parlamento: «C’è il tempo per farlo e noi siamo sempre pronti al dialogo» assicura il presidente di Farmindustria. «L’impatto del payback dovrebbe essere stabilizzato» è il suggertimento di Cattani «il tetto sulla spesa farmaceutica diretta deve salire dello 0,55% e in più bisogna eliminare il payback sulla convenzionata (l’1,83%, ndr)».