La norma “salva-grossisti” del ddl Bilancio, che toglie all’industria farmaceutica lo 0,65% della loro quota di spettanza per darla ai distributori, è «concettualmente sbagliata». Lo ha detto Massimo Garavaglia (Lega), presidente della commissione Finanze del Senato, ai microfoni di Health Conversation, il ciclo di interviste a opinion leader ed esperti con cui Quotidiano Sanità esplora il mondo dei farmaci biosimilari ed equivalenti.
Nell’ultima puntata, realizzata con il contributo non condizionante di Egualia, sono state analizzate le misure che andrebbero messe in campo per sostenere il consumo di off patent come chiave per assicurare sostenibilità alla spesa sanitaria. Dal 2012, è stato ricordato, l’adozione di farmaci equivalenti ha generato un risparmio di 6,2 miliardi di euro, ma questa categoria di medicinali è anche quella più soggetta a carenze: l’aumento dei costi di produzione post-pandemia, combinato con prezzi fissi e riduzioni dei margini, sta mettendo duramente in crisi la sostenibilità del comparto.
Proprio per questo motivo, ha osservato Garavaglia, l’articolo 57 della Manovra sullo 0,65% è un errore, «tant’è che abbiamo anche fatto delle proposte per correggerlo». Stesse considerazioni dal presidente di Egualia, Stefano Collatina: «Credo che vadano fatte cose a breve, per evitare degli errori evidenti» ha detto «ma con l’idea di avere un’ottica di percorso, perché altrimenti continuiamo a girare in circolo, come abbiamo fatto finora. Il tetto della spesa farmaceutica diretta sfora ogni anno in maniera progressivamente crescente. Per quanto riguarda gli equivalenti, io penso che essendo noi che stimoliamo la concorrenza, penalizzarci è doppiamente sbagliato».