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Gemmato: norma su diretta rivoluzionaria, ma richiederà tempo

28 Ottobre 2023

La norma della Manovra 2024 che riporta i farmaci nelle farmacie del territorio è un provvedimento epocale, una rivoluzione che avrà bisogno di tempo per dare i suoi frutti perché dopo 22 anni di distribuzione diretta le cose non potranno cambiare immediatamente. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, intervenendo all’VIII Convention di Federfarma Servizi e Federfarma.co (Milano, 26 e 27 ottobre). Ospite d’onore dei lavori di ieri mattina, Gemmato si è soffermato sui provvedimenti della Manovra per il prossimo anno che riguardano più da vicino la farmacia. «Della Legge di bilancio circolano diverse versioni» ha detto «dunque attenzione a non dare già per definitivi provvedimenti come quello sui tetti di spesa».

È sicuro, invece, che tra gli obiettivi del governo c’è la demolizione della legge 405/2001: «Vogliamo rivedere la distribuzione diretta per far uscire i farmaci dalle farmacie ospedaliere, che sono poco accessibili agli assistiti, e portarli nelle farmacie del territorio. È un atto epocale, che riavvicina il cittadino al farmaco e demolisce un assetto distributivo che è da tempo superato».

La transizione a dpc e convenzionata dei farmaci che oggi sono distribuiti da Asl e ospedali, tuttavia, è una rivoluzione che prenderà tempo e non potrà concretizzarsi dall’oggi al domani. Lo ha detto anche il presidente di Federfarma, Marco Cossolo: «Quella della Manovra» ha spiegato «è una rivoluzione che volevamo fare da vent’anni e della quale va dato merito al Governo e all’onorevole Gemmato. Qualcuno dice che le Regioni non la faranno, è chiaro che non la faranno ma questa è una norma di prospettiva, non si può pensare che dispiegherà tutti i suoi effetti nel giro di un anno».

Il superamento della distribuzione diretta, in ogni caso, va di pari passo con la riforma della remunerazione delle farmacie, l’altra misura della Manovra 2024 che sta facendo discutere: una è condizione per l’altra, ha detto Gemmato, mentre Cossolo ha difeso quote e fasce individuate dalla Manovra: «Abbiamo lavorato volutamente per avere una remunerazione più alta sui farmaci di prezzo più basso e inferiore su quelli di prezzo più alto» ha detto il presidente di Federfarma «e l’Aifa ci ha riconosciuto la lungimiranza: le confezioni meno costose sono quelle che i cronici consumano più spesso, quindi in prospettiva ci guadagniamo. Le la riforma va in porto, potremo dire di avere cambiato la faccia della farmacia».

Resta il rammarico di Federfarma Servizi per una Manovra che non sembra considerare le loro attuali difficoltà economiche e finanziarie, legate a costi in crescita e tassi d’interesse alle stelle: «Bene il superamento della 405/2001 che ormai era anacronistica» ha detto il presidente Antonello Mirone «vorremmo però essere coinvolti nel dibattito e anche in fretta, visto che le aziende del comparto non hanno molto più tempo a disposizione». Pr Gemmato, la porta alla quale il comparto dovrebbe bussare è quella del Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, anche se non va dimenticato che della norma sulla distribuzione diretta e del finanziamento extra di tre miliardi del Fondo sanitario nazionale beneficeranno anche i grossisti: «Il Ssn non è mai stato finanziato quanto oggi».

Tra gli ospiti “politici” anche la deputata Marta Schifone, della commissione Affari Sociali, che ha lodato l’azione del Governo in tema di sanità, e l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, che ha rivolto un grazie particolare alle aziende della distribuzione intermedia per quanto fatto durante la pandemia: «La distribuzione dei vaccini è stata assicurata in modo teutonico» ha detto «assieme alle farmacie avete contribuito al successo di una campagna senza precedenti nella storia della sanità».