Remunerazione aggiuntiva confermata nell’ultima bozza della Legge di bilancio che il Governo ha trasmesso ieri al Parlamento per la discussione e il voto. Nei testi anticipati ieri da Sanità24 e da Quotidiano Sanità l’articolo di maggiore interesse per le farmacie cambia numero – dall’86 al 95 – ma resta invariato nei contenuti: «al fine di salvaguardare la rete di prossimità delle farmacie italiane» si legge «è riconosciuta a decorrere dal 1° marzo 2023 una remunerazione aggiuntiva per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale, nel limite di 150 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023». I dettagli saranno definiti da un decreto del ministero della Salute «adottato di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni».
Nella bozza trasmessa alle Camere figurano anche le note della Relazione tecnica e di quella illustrativa: riguardo all’articolo 95, l’indicazione è che la norma «non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, in quanto trova copertura a valere sulle risorse di cui all’articolo 1, commi 34 e 34bis, della legge 662/1996, il cui utilizzo viene annualmente stabilito dal ministero della Salute. Come FPress aveva già anticipato, infatti, i 150 milioni della remunerazione aggiuntiva arriveranno dalle quote del Fondo sanitario nazionale destinate agli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale.
Ma intanto, come sta procedendo l’applicazione della remunerazione aggiuntiva che la legge 69/2021 aveva lanciato in via sperimentale per il biennio ’21-’22? Le informazioni che FPress ha raccolto in alcune Regioni confermano una volta di più che il buon funzionamento del meccanismo dipende dall’efficienza delle amministrazioni locali: in Lombardia, Toscana, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, i pagamenti con dcr risultano tempestivi e regolari, anche se con la mensilità di dicembre (più quella del mese precedente, in alcuni casi) si renderà necessario un conguaglio per evitare che le farmacie ricevano più dei 150 milioni pattuiti. Altre, invece, rivelano ritardi e inefficienze. In Basilicata, per esempio, le ultime mensilità della remunerazione aggiuntiva ricevute dalle farmacie risalgono alla primavera scorsa, tanto che qualche giorno fa Federfarma ha dovuto scrivere alle Asl per sollecitare i pagamenti.