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Manovra, torna la proposta per una remunerazione sui farmaci ex Pht

15 Dicembre 2021

Rientra dalla finestra l’emendamento alla Legge di Bilancio 2022 che autorizza in via sperimentale la stipula di «accordi con le farmacie per la distribuzione convenzionata dei farmaci esclusi dal Pht» sulla base di nuovi modelli di remunerazione. E’ una delle (poche) novità che arrivano dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama, dove ieri è ripreso l’esame delle proposte di modifica alla Manovra per il nuovo anno: dei 700 emendamenti circa “consigliati” dai gruppi per l’esame in Commissione, una mezza dozzina è stata ritirata e trasformata in ordine del giorno e un altro centinaio ha subito riformulazioni da parte dei proponenti.

Tra questi l’emendamento 96.11 (primo firmatario Ferro, Fibp-Udc), di cui FPress aveva già parlato qualche giorno fa: nella prima versione, il testo si limitava a introdurre nel sistema dei tetti di spesa della farmaceutica un automatismo con cui gli avanzi della convenzionata sarebbero trasferiti ogni fine anno agli acquisti diretti per ridurne lo sfondamento (la stessa proposta che torna in un altro emendamento alla Manovra, il 96.37 bis-testo 2).

Nella versione riformulata e presentata ieri in Commissione, invece, compaiono due nuovi commi, il primo dedicato appunto alla sperimentazione della nuova remunerazione: «Sono ammessi senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica» recita il testo «accordi di remunerazione sperimentale con le farmacie per la distribuzione convenzionata dei farmaci esclusi dalla lista Pht, mantenendo le scontistiche applicate dall’industria al prezzo ex-factory per la cessione al Ssn anche per la vendita nel canale convenzionale delle farmacie aperte al pubblico».

Il comma, in sostanza, recupera la proposta avanzata da altri due emendamenti alla Manovra che erano stati esclusi dall’elenco dei “consigliati”, i quali a loro volta riprendevano il progetto presentato un paio di settimane fa da Assofarm in occasione della V Giornata nazionale delle farmacie comunali: spostare nella convenzionata alcune categorie di farmaci che oggi rientrano ancora nel Pht ma sono di uso ormai consolidato e farle distribuire alle farmacie del territorio con una remunerazione sperimentale basata soltanto su una quota fissa, purché unica a livello nazionale.

Da notare che l’idea gode del sostegno di una parte nell’industria, che vede in questa operazione l’opportunità di “sganciare” una parte dei suoi farmaci dalle gare regionali al massimo ribasso. Ciò spiega quel passaggio dell’emendamento sulle scontistiche ex-factory: i farmaci riclassificati, in sostanza, manterrebbero l’ultimo prezzo negoziato con le centrali di acquisto regionali, più la quota fissa alle farmacie per la distribuzione (e i grossisti?).

Completa il quadro il terzo comma del 96.11-testo 2, che impegna l’Aifa a procedere «alla revisione del Pht destinando i medicinali per i quali siano cessate le esigenze di controllo ricorrente da parte della struttura pubblica alla distribuzione in regime convenzionale, attraverso le farmacie aperte al pubblico, e alla definizione degli accordi di remunerazione sperimentale con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private». Accordi, come detto, che avrebbero quindi valenza nazionale e supererebbero l’attuale giungla di compensi e sconti locali. Rimane da capire quale sia il giudizio delle Regioni sull’emendamento e sulla proposta nel suo insieme.