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Pnrr, il pasticcio delle Aree interne e le preoccupazioni delle farmacie rurali

30 Agosto 2022

Di certo è un gran pasticcio, anche se al momento nessuno sa dire se e come se ne verrà fuori e a chi vadano le colpe. Stiamo ovviamente parlando dello stop decretato all’inizio di agosto dall’Agenzia per la coesione territoriale all’assegnazione dei fondi del Pnrr alle «farmacie rurali ubicate nei centri con meno di tremila abitanti» che non rientrano nelle Aree interne, cui è dedicata la Missione 5 Componente 3, Investimento 1 del Piano. Il provvedimento, piovuto su centinaia di titolari come il proverbiale fulmine a ciel sereno, è il risultato della riunione che un mese prima aveva messo di fronte i tecnici della Commissione europea e i funzionari del Dipartimento per la coesione territoriale della presidenza del Consiglio. Nell’incontro, gli inviati di Bruxelles hanno richiamato al rispetto delle indicazioni originarie della Missione, così come prospettato nel Piano che l’Italia aveva inviato all’Ue: il finanziamento è rivolto esclusivamente alle farmacie rurali delle Aree interne, quindi non possono essere accolte domande provenienti da altre farmacie, anche se rurali sussidiate.

Da quella riunione discende il decreto con cui, il 2 agosto scorso, l’Agenzia per la coesione territoriale ha sospeso «l’istruttoria delle domande di finanziamento inviate dalle farmacie rurali localizzate al di fuori dei comuni delle Aree interne», così come «il trasferimento delle risorse alle farmacie rurali localizzate al di fuori dei comuni delle Aree interne, le cui domande di partecipazione sono state ritenute ammissibili con i Decreti direttoriali 166 del 18 maggio 2022 e 179 del 27 maggio 2022».

I farmacisti ricorderanno entrambi i provvedimenti, che ammettevano al finanziamento (100 milioni di euro) le prime 200 farmacie circa che avevano partecipato al bando di concorso. Quante di queste siano incappate nella sospensione sembra non saperlo nessuno, nemmeno Federfarma-Sunifar che nei giorni scorsi ha incaricato le associazioni territoriali di avviare un “censimento” tra gli iscritti. Fa da riferimento lo stesso decreto dell’Agenzia per la coesione territoriale del 2 agosto, che all’allegato 1 riporta la mappatura aggiornata (al 2021) dei comuni rientranti nelle Aree interne, intanto però tra i titolari che hanno partecipato al bando cresce il malumore.

In una circolare diramata la settimana scorsa, Federfarma sembra addebitare la responsabilità del pasticcio all’amministrazione pubblica: «A più riprese» scrive il sindacato «l’Agenzia della Coesione territoriale, con propri decreti, ha ritenuto praticabile la partecipazione di tutte le farmacie rurali ubicate in centri fino a tremila abitanti, senza mai porre alcuna distinzione geografica tra farmacie ubicate all’interno o all’esterno delle cosiddette “Aree interne”».

Qualcuno però aveva messo il sindacato sul chi vive con congruo anticipo. Nell’ottobre dell’anno scorso, il presidente di Federfarma Molise Luigi Sauro aveva scritto all’Agenzia per segnalare l’incongruenza relativa alla Missione 5 nella parte relativa alle farmacie: perché si ammettono al bando le farmacie rurali di tutta Italia quando il capitolo riguarda esclusivamente le Aree interne? A dicembre Sauro aveva ripresentato lo stesso interrogativo all’assemblea generale della Federazione, ora può dire legittimamente che aveva ragione: «Quando a settembre mi capitò di parlare informalmente con il direttore dell’Agenzia per la coesione, Paolo Esposito, ebbi la netta sensazione che fosse sua convinzione che tutte le farmacie rurali sussidiate rientrassero nelle Aree interne. Non so se qualcuno l’ha convinto di questo oppure ci sia stato un fraintendimento, fatto sta che oggi siamo a questo punto».

Ora però a Sauro non interessa fare processi. «Non punto a far cadere qualche testa» spiega a FPress «è urgente invece trovare il modo per tirare fuori dagli impicci le farmacie che si sono viste sospendere la domanda dopo che era già stata accolta: molte hanno firmato fidejussioni e stipulato contratti, tra di loro c’è chi minaccia azioni di rivalsa per danni nei confronti di Federfarma o dell’Agenzia per la coesione».

Nella circolare già citata, il sindacato titolari ricorda un capoverso del decreto del 2 agosto in cui l’Agenzia sembra impegnarsi a «individuare eventuali soluzioni alternative idonee al reperimento di ulteriori risorse a copertura delle domande di partecipazione trasmesse dalle farmacie localizzate al di fuori dei comuni delle aree interne», ma Sauro è pessimista: «Non vedo a quali risorse si possa attingere» osserva «tutta l’attenzione è rivolta al caro-bollette, quella è l’emergenza del momento».

In ogni caso, il sindacato ha suggerito «alle farmacie interessate dall’avviso pubblico, e che hanno già intrapreso le discendenti attività per il riconoscimento del contributo pubblico, di continuare a seguire pedissequamente le indicazioni del bando di partecipazione». E intanto, ha chiesto ai propri consulenti legali «una compiuta disamina del quadro normativo, manifestando l’intendimento di Federfarma e Federfarma-Sunifar di proporre un’azione nei confronti dell’Agenzia».